by Roberta Moncada | 4 Novembre 2021 16:05
Los Angeles in vista della riapertura dei confini statunitensi è pronta a stupire i visitatori con un’offerta turistica che punta soprattutto sull’autenticità e la valorizzazione della comunità locale. Lo sottolinea al nostro giornale, in occasione della Brand Usa Travel Week di Londra, il presidente e ceo del Los Angeles Tourism & Convention Board Adam Burke, aggiungendo anche quanto, per la città, il turismo internazionale sia da sempre importante.
«Nel 2019 abbiamo avuto 31 milioni di pernottamenti – ha spiegato Burke – Di questi, il 50% erano pernottamenti internazionali. L’Europa, in particolare, è stato il nostro top market per anni. Già 22 anni fa abbiamo capito che era importante puntare sui mercati internazionali e aprire uffici che lavorassero a tempo pieno alla promozione. Altre destinazioni hanno usato società o agenzie di pubbliche relazioni, mentre noi abbiamo deciso di aprire subito un nostro ufficio a Londra, che supervisionasse Regno Unito, Irlanda ed Europa. Italia, Francia e Germania sono grandi mercati per noi. E adesso non vediamo l’ora di accogliere nuovamente turisti da tutto il mondo».
Los Angeles si propone innanzitutto come meta sicura: non soltanto perché la California ha i più alti tassi di vaccinazione nel Paese (il 71% è completamente vaccinato) e il più basso tasso di trasmissione di Covid negli Stati Uniti, ma anche perché la città, nello specifico, ha il tasso di positività nazionale più basso, e ha sviluppato tutta una serie di protocolli sanitari di prevenzione del Covid.
Molte le novità dell’offerta turistica: il nuovissimo Academy Museum of Motion Pictures, che ha aperto i battenti a settembre, ma anche una serie di eventi sportivi, a cominciare dal Super Bowl che si terrà al Sofi Stadium il 13 febbraio.
La città ha anche sfruttato questo periodo di stop per avviare un progetto da 14 miliardi di dollari, per l’ammodernamento dell’aeroporto internazionale, con l’intenzione di portare il prima possibile i volumi di traffico a quelli pre pandemici, e offrire servizi migliori.
Infine, l’offerta gastronomica: «la città ha un’incredibile scena culinaria – ha detto Burke – E gli italiani, in particolare, amano esplorare i diversi tipi di cucina che offriamo qui. Los Angeles ha una comunità davvero unica, e qui puoi trovare infinite interpretazioni del cibo tradizionale di tutto il mondo: da quello messicano che si fonde con il giapponese, all’asian fusion e fino alle tapas spagnole».
Quanto al target della destinazione, e alla tipologia di viaggiatori che tipicamente visitano Los Angeles, secondo Burke «i viaggiatori europei tendono a dividersi in due categorie: la prima sono i viaggiatori che vogliono visitare le attrazioni principali della città, come ad esempio gli Universal Studios di Holliwood o Santa Monica; la seconda categoria, sempre più numerosa e in costante crescita, di chi vuole visitare la città come un locale. E a questo segmento di mercato, alla ricerca di esperienze autentiche, noi, come ente di promozione, ci rivolgiamo in maniera sempre più insistente».
E come ha concluso Burke, «sono le storie delle persone che fanno Los Angeles così interessante. È la nostra comunità di persone da oltre 140 Paesi diversi, che parlano lingue diverse e che hanno storie diverse. Questo influenza ogni aspetto della nostra cultura, dalla cucina all’arte alla cultura, e ci rende una destinazione davvero internazionale».
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