A Bolzano è andata in scena la seconda puntata di Beam, acronimo di Be Ambitious. Un think act più che un think tank, ovvero un luogo dove non ci si limita a pensare e filosofeggiare, ma ci si spinge a gettare basi concrete del “fare per innovare”, attraverso azioni ad alta creatività sul sempre più competitivo mercato dell’ospitalità. In questa edizione si è accentuato l’approccio interdisciplinare e orizzontale, attraverso interventi di pionieri e visionari provenienti dal mondo del food, del design, dell’hôtellerie, dell’agricoltura. Veri e propri testimonial, che hanno sviluppato e implementato soluzioni concrete e modelli innovativi.
Legittima la soddisfazione di Thomas Mur, direttore di Fiera Bolzano, che conferma: «Abbiamo creduto nel progetto Beam e la folta partecipazione di operatori ci ha dato ragione. Anche gli altri eventi fieristici sono ripresi a ritmo sostenuto e Fiera Bolzano, che ospita almeno 10 eventi di richiamo internazionale, esporta all’estero il suo know-how, come dimostra l’organizzazione di Alpitech che da anni stiamo curando in Cina. Avere un evento come Beam significa avvicinare le realtà più innovative del turismo, aggregando gli operatori provenienti da Germania, Austria e Svizzera».
Non a caso, tra le materie toccate dai vari relatori nell’edizione di quest’anno non poteva mancare l’aggiornamento sull’Intelligenza Artificiale applicata all’hôtellerie, svelando come questa nuova rivoluzione tecnologica possa stimolare la crescita professionale di chi opera nelle strutture e contribuire a rendere competitiva la struttura stessa sui vari mercati che presidia.
Anche quest’anno i 4 laboratori allestiti per dare contenuti concreti al think-act si sono svolti all’insegna delle cinque sfide che attendono la filiera dell’ospitalità: sostenibilità, trasformazione digitale, evoluzione delle esigenze dei clienti, cultura del lavoro e nuovi modelli di business. Ognuno di questi approcci ha un grande potenziale per cambiare il futuro del nostro pianeta dal punto di vista ecologico, economico e socio-culturale.
Il titolo dell’edizione 2024 di Beam – “Empowering Teams and Thrilling Guests” – ha declinato il fil-rouge delle varie sessioni di lavoro, dove si è parlato di attrattività del settore, della cronica carenza di personale, ma anche della sostenibilità sociale, della gestione dei talenti, nonché della leadership dei dipendenti. Infine di digitalizzazione, intelligenza artificiale e interazione uomo-macchina e cultura aziendale per un ottimale posizionamento del marchio.
Particolarmente apprezzato l’intervento di Claus Sendlinger, fondatore di Design Hotels, che ha creato un vero e proprio movimento e una piattaforma online – sloweers.com – per dare una visione di lentezza anche al mondo dell’hotellerie: «Un modo di fare turismo dove il vero lusso è il tempo a disposizione e il luogo dove si offre ospitalità è uno spazio per la salute psicologica».
Tra i recenti esempi del visionario e pioniere Sendlinger c’è il Campus costruito a Berlino, immerso in un bosco dove il protagonista è il silenzio che circonda gli ospiti, con un loft, uno spazio-uffici, un centro fitness e sale per riunioni. In questa atipica location viene anche curata la ristorazione con cibi naturali e nel quale si esalta il rituale del sonno e del relax.
Un’altra esperienza senz’altro innovativa che può rivoluzionare il modello di ospitalità è quella illustrata da Sara Abdel Masih, con una esperienza professionale maturata al Four Seasons Hotel di Milano ed al Bulgari Hotels & Resorts, fino a diventare direttrice generale di due hotel, per poi convergere in un nuovo percorso professionale incentrato sulla sensorialità.
Masih, oltre a essere docente, autrice e presidente dell’Associazione direttori albergo Lombardia, ha fondato la Sensory Management Academy e coniato il termine “lusso sensoriale”: «La vera eccellenza o il vero lusso nell’ospitalità risiedono non solo nell’aspetto esteriore e nei comfort materiali, ma soprattutto nel modo in cui si viene accolti e coccolati nei minimi dettagli. È l’attenzione per ogni singola sfumatura dell’ospitalità e per tutti i sensi che trasforma un’esperienza piacevole in indimenticabile. Per l’hôtellerie di domani sarà essenziale investire sulla cura dell’ambiente, su uno staff ispirato e ben retribuito e sulla creatività ben combinata con la tecnologia più avanzata».
Altro momento clou dell’evento Beam è stata la testimonianza di Yael Meier co-fondatrice di Zeam, un’agenzia specializzata nella generazione Z, che eroga consulenze a grandi imprese per indirizzare le strategìe più efficaci da rivolgere a questo nuovo, emergente target di consumatori.
«Con la generazione Z – sottolinea Meier – stiamo parlando di un bacino d’utenza con una capacità di spesa valutata intorno ai 450 milioni di euro ed è chiaro che rappresenta un target molto appetibile. Ma come intercettarlo? Sicuramente bisogna frequentare gli ambienti abitati dalla Generazione Z, in primis i principali canali social. Teniamo conto che questo target di consumatori trascorre sulla Rete mediamente 220 minuti al giorno».
«Non conoscono – continua – la vita senza internet, così come la prossima Generazione Alfa non conoscerà la vita senza Intelligenza Artificiale. C’è poi l’elemento cruciale del linguaggio, che dovrà essere in sintonia con questo target. Non a caso grandi holding hanno assunto giovani e hanno affidato loro gli strumenti per comunicare con i coetanei. Anche nel mondo dell’ospitalità si dovrà procedere con questo approccio. Se si vuole riavvicinare i giovani alle occupazioni nell’hôtellerie e nel turismo in genere bisogna dare flessibilità negli orari e affidare responsabilità professionali. E accrescere i compensi in modo adeguato, altrimenti il settore non potrà mai essere attraente»
Opportunità, criticità e tante attività creative per rivoluzionare il mondo dell’ospitalità e dei viaggi in genere: ecco cosa è stato Beam 2024. Un ricco paniere di idee, nonché una innovativa declinazione della strategia adottata da tempo dall’Alto Adige, alla quale si aggiunge, il website Idm (Innovators-developers-marketers)-Sud Tirol che, come spiega il suo direttore Wolfgang Toechterle, «è una piattaforma trasversale, aperta a operatori di vari settori, dal turismo all’agricoltura, al food».
Un marketplace – conclude – nel quale ci si scambiano idee e pensieri per costruire il mondo dei servizi e in particolare il turismo di domani, partendo sempre dal presupposto che sono le persone a fare il territorio e che quindi un turismo vincente deve partire dalle risorse umane. Ci sono già più di 1000 operatori, dei più svariati settori, che utilizzano la nostra piattaforma e sulla scia di questo crescente interesse vogliamo esportare l’evento fisico Beam, con ilsuo originale format di aggregazione e interscambio, anche in altre piazze estere».