L’Ue promuove Booking “gatekeeper” digitale. E ora cosa succede?
La Commissione europea ha designato Booking come gatekeeper nel contesto del Digital Market Act per il suo servizio di intermediazione online. La Ota si unisce dunque ad Alphabet, Amazon, Apple, ByteDance, Meta e Microsoft, e al contempo l’Ue ha deciso di non designare X (ex Twitter) e TikTok Ads.
Sulla base dell’autovalutazione presentata da Booking a marzo 2024, attestante il rispetto delle soglie pertinenti, la Commissione europea ha stabilito che il servizio principale della piattaforma costituisce un importante passaggio tra imprese e consumatori.
I gatekeeper, cioè le grandi piattaforme online, sono soggetti a vincoli particolari secondo le norme Ue. A seguito della sua designazione, infatti, Booking ha ora sei mesi per conformarsi ai relativi obblighi previsti, offrendo maggiore scelta e libertà agli utenti finali e un accesso equo agli utenti aziendali.
Tuttavia, alcuni obblighi entrano in vigore con effetto immediato, ad esempio l’obbligo di informare la Commissione di qualsiasi progetto di concentrazione nel settore digitale.
Nel caso in cui un gatekeeper non rispetti gli obblighi, la Commissione può imporre sanzioni fino al 10% del fatturato totale mondiale dell’azienda, che puo’ arrivare fino al 20% in caso di violazioni ripetute.
“Abbiamo collaborato con la Commissione europea sin dall’inizio – si spiega in uno statement di Booking – Attualmente stiamo esaminando la decisione di designazione e intendiamo proseguire nella nostra collaborazione con la Commissione in modo costruttivo, mentre sviluppiamo soluzioni atte a ottemperare alle disposizioni”.