L’Unione europea accelera sull’approvazione del Green Digital Pass ed emana le linee guida di sviluppo del progetto per cercare di rendere operativa la soluzione del passaporto vaccinale già prima dell’estate.
Mercoledì, infatti, il collegio dei Commissari europei dovrebbe approvare una comunicazione sulla “via comune per una riapertura sicura e durevole” e una raccomandazione per il Green Digital Pass, il certificato vaccinale/sanitario che attesta la vaccinazione, l’immunità o la negatività a un test Covid e permetterà lo spostamento e i viaggi all’interno dell’Ue.
La notizia è stata annunciata alla stampa dal portavoce della Commissione europea, Eric Mamer. A presentare le decisioni del collegio sarà la presidente Ursula Von der Leyen, insieme ai commissari Thierry Breton e Didier Reynders.
Nel frattempo i tecnici di Bruxelles, infatti, stanno lavorando per identificare le migliori soluzioni tecnologiche che possano rapidamente mettere in piedi un sistema comune di certificazione che potrà essere controllato in sicurezza in tutti i 27 Paesi membri, garantendo al contempo la privacy dei cittadini.
Entro i prossimi 30 giorni, dopo l’approvazione della Commissione Ue, dovranno essere già preparati i modelli dei certificati e la loro validità e compatibilità tra i vari sistemi nazionali. Entro l’estate, infine, dovrà già essere presenta l’infrastruttura digitale che supporterà i Green Digital Pass e i singoli Paesi dovranno introdurre i cambiamenti necessari all’interno dei sistemi di sanità pubblica nazionali per la condivisione e la sicurezza dei dati.
Ma la soluzione scelta dall’Ue non è esente da critiche, soprattutto nei confronti di una campagna di vaccinazione di massa che stenta a decollare. Per Mario Furore, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, la Commissione europea deve prima, però, fare ordine fra le sue priorità. «La proposta del certificato digitale verde è poco utile se la campagna vaccinale europea è ferma o avanza a passo di lumaca e riesca, inoltre, di dare un messaggio sbagliato ai cittadini europei. La Commissione deve concentrarsi piuttosto su come arrivare a una vera produzione europea dei vaccini – sostiene Furore – Proponiamo di sviluppare una produzione europea dei vaccini utilizzando le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio che prevedono la cessione delle licenze in casi eccezionali. Vogliamo tutti far ripartire il turismo e garantire la libera circolazione dei cittadini in sicurezza».
Anche l’europarlamentare Laura Ferrara (Movimento 5 Stelle) nutre i suoi dubbi sulla strategia di Bruxelles. «Pur condividendo gli obiettivi della Commissione di far ripartire in tutta sicurezza il turismo e di coordinare a livello Ue le misure che possano garantire la libera circolazione dei cittadini, allo stato attuale i cosiddetti passaporti vaccinali rischiano di creare pericolose fratture nella popolazione. Un soggetto non vaccinato non ha meno diritti di uno vaccinato. Inoltre, la loro somministrazione avviene secondo criteri e modalità diverse fra gli Stati ma anche tra le singole Regioni. Senza la reale collaborazione di tutti gli Stati europei rischiamo un clamoroso flop».