È un vero e proprio attacco frontale quello condotto dal ceo di Lufthansa, Carsten Spohr, nei confronti di Boeing, colpevole della mancata consegna di ben 41 aeromobili che stanno causando danni economico-operativi, oltreché di immagine, visto che questi velivoli commissionati avrebbero dovuto sostituire macchine ormai obsolete e costose dal punto di vista della manutenzione.
Nel dettaglio, si tratta di quindici B787-9 e di ventisei B777-9, modelli di ultima generazione che sarebbero stati subito impiegati per coprire le tratte di lungo raggio, consentendo così la fuoriuscita dalla flotta della compagnia aerea tedesca degli Airbus A340-600 e dei B747-400.
In una recente conferenza stampa, Spohr ha sottolineato che questi nuovi aerei sono ancora fermi presso l’impianto di assemblaggio di Boeing a Charleston in attesa della certificazione dei sedili della sua nuova First Class Allegris della compagnia tedesca.
Mentre per i B777-9 il vettore tedesco dovrà attendere almeno fino alla fine del 2026; un timing dettato dallo stesso amministratore delegato di Boeing, Kelly Ortberg, il quale in una lettera aperta scritta ai dipendenti – riportata dai media specializzati americani – ha escluso che il nuovissimo bireattore a lungo raggio possa essere consegnato ad alcuni clienti entro la fine del 2025, come era previsto nelle condizioni contrattuali.
Questi ritardi, aggravati dallo sciopero dei dipendenti di cui abbiamo scritto nelle scorse settimane, potrebbero compromettere parte della strategia di sviluppo della rete di collegamenti, non solo di Lufthansa (alle prese tra l’altro con l’ingresso in Ita Airways), ma di altri grossi competitor che avevano fatto affidamento sul cronoprogramma di ingresso in flotta di questi moderni aeromobili. Mettendo naturalmente a rischio la stabilità finanziaria della stessa Boeing.