Lufthansa e lo spettro dei 10mila licenziamenti
È questione solo di giorni, poi per Lufthansa arriveranno gli aiuti statali da 10 miliardi di euro, indispensabili per fronteggiare una situazione che ha visto il Gruppo di Francoforte perdere nei primi tre mesi dell’anno il 99,1% dei passeggeri, cancellando 3mila voli al giorno e realizzando un “buco” da 1,2 miliardi di euro.
«Ancora poco e il futuro di Lufthansa sarà deciso», ha detto il ceo Carsten Spohr che, in attesa di parlare il 5 maggio di fronte alle all’assemblea annuale degli azionisti, ha fornito alcune anticipazioni sul futuro del vettore in una lettere indirizzata ai dipendenti.
«Dopo tre anni da record stiamo ora consumando circa un milione di euro all’ora della nostra cassa soltanto per le operazioni», ha detto il manager sottolineando come, a causa della crisi, il Gruppo non registra «praticamente alcun guadagno».
Per questo motivo, quasi tutta la flotta rimarrà a terra almeno fino a ottobre. «Stiamo facendo di tutto per tenere la maggior parte possibile dei 130mila dipendenti», ha poi aggiunto Spohr, ammettendo però che per 10mila di loro sarà difficile evitare il licenziamento.
Per quanto riguarda l’operatività, il futuro prevede una flotta con 100 aeromobili di meno, e un Gruppo con un massimo di 10 compagnie aeree, tutte con un rinnovato focus sul leisure, e rotte operate da un nuovo vettore dedicato a questo segmento che raggrupperà i voli prima operati da quatto diverse compagnie.
Nella terza fase, definita da Spohr la «nuova normalità», il Gruppo potrà però contare non solo sugli aiuti provenienti da Berlino. Berna ad esempio, ha già promesso un prestito multimiliardario a Swiss, mentre sono tuttora in corso negoziati con Vienna (per Austrian) e con Bruxelles (per la controllata Brussels Airlines), dove le richieste di sostegno ammontano a 290 milioni di euro.