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Lufthansa entra in Ita.
Il via libera Ue ora è ufficiale

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Gli occhi del mondo puntati sul civico 97 di via XX Settembre a Roma. Siamo nella sede del Mef, il ministero dell’Economia e delle Finanze, dove per la prima volta Ita Airways e Lufthansa – nelle persone dei rispettivi capi Antonino Turicchi e Carsten Spohr – si presentano insieme ai media.

L’occasione è epocale, come nell’aviazione non accadeva dai tempi del merger Air France-Klm: è ufficiale da oggi, dopo sette mesi di attese e rumors, il via libera dell’Antitrust Ue all’ingresso dei tedeschi nell’ex Alitalia. Deutsche Lufthansa AG acquisirà dall’azionista Mef una quota del 41% di Ita attraverso un aumento di capitale di 325 milioni di euro, per poi salire in una seconda fase – entro il 2033 – al 100% per un investimento totale di 829 milioni. Un’operazione – il cui  closing è previsto nel quarto trimestre 2024 – su cui si è scritto e parlato moltissimo e su cui già pende la minaccia di ricorso alla Corte di Giustizia Ue, preannunciata dal ceo di Wizz Air, József Váradi.

L’ok di Bruxelles, già ampiamente preannunciato, arriva con un giorno di anticipo rispetto alla deadline del 4 luglio. Ma quali sono le condizioni imposte dall’Europa e concordate con i due big player? La cessione di 15-17 coppie di slot (diritti di decollo e atterraggio) a Milano Linate e il perfezionamento di un accordo con altre due compagnie – una sarà probabilmente easyJet – che competereanno per almeno tre anni sulle rotte intraeuropee dove Ita e Lufthansa sarebbero monopoliste, consentendole di aprire una base.

Altra condizione: dovrà essere ridotta la concorrenza sui voli tra Roma e il Nord America, individuando o un rivale sui collegamenti diretti (con Chicago, Washington, San Francisco, Toronto) oppure selezionando per ciascuna tratta due nuovi competitor.

I PROSSIMI STEP

In base a tali impegni, spiega Bruxelles in una nota, Lufthansa e il Mef “potranno attuare l’operazione solo dopo l’approvazione da parte della Commissione dei soggetti idonei per ciascuno degli impegni a corto raggio, lungo raggio e su Milano Linate. La Commissione valuterà la loro idoneità nel contesto di una procedura distinta di approvazione dell’acquirente”.

Sotto la supervisione della Commissione, un fiduciario indipendente monitorerà l’attuazione di tali impegni. A margine di tutto ciò, si attende anche l’approvazione di altre Autorità garanti della concorrenza extra Ue. L’iter dovrà concludersi entro massimo quattro mesi.

«In un momento in cui i consumatori si trovano a fronteggiare prezzi sempre più alti per i viaggi aerei, è molto importante preservare la concorrenza nel settore. Per questo motivo abbiamo valutato con molta attenzione se l’acquisizione di una partecipazione di controllo nella nuova compagnia di bandiera italiana Ita da parte di Lufthansa solleverebbe problemi di concorrenza. Bisognava evitare che i passeggeri finissero per pagare di più o ritrovarsi con servizi di trasporto aereo minori e di qualità inferiore su determinate rotte in arrivo e in partenza dall’Italia. Il pacchetto di rimedi proposto da Lufthansa e dal Mef per questo accordo transfrontaliero risponde pienamente alle nostre preoccupazioni in materia di concorrenza garantendo che rimanga un livello sufficiente di pressione concorrenziale su tutte le rotte pertinenti», dichiara la vice presidente della Commissione europea, Margrethe Vestager, commentando il via libera alla fusione Ita-Lufthansa.

OBIETTIVO INTEGRAZIONE E INGRESSO IN STAR ALLIANCE

Il Gruppo Lufthansa fa sapere che sta “già pianificando con Ita una rapida integrazione, che sarà in gran parte completata entro tre anni” per cui Roma Fiumicino diventerà il sesto hub dei tedeschi e, in termini di fatturato, l’Italia sarà il loro quinto mercato domestico e il sesto in Europa (dopo la Germania).

I soci del programma fedeltà “Volare” potranno, dal primo giorno successivo alla chiusura, raccogliere o utilizzare le loro miglia anche con Miles & More, così come le rispettive lounge saranno accessibili reciprocamente. Inoltre – ribadisce Lufthansa – “Ita Airways intende aderire a Star Alliance (ora è in SkyTeam, ndr) nel prossimo futuro. I processi commerciali, i sistemi informatici e i processi di acquisto saranno armonizzati il più rapidamente possibile per sfruttare al massimo tutte le sinergie”.

Su questo punto è intervenuto anche Turicchi: «Abbiamo già preventivato tempi e modalità per l’ingresso di Ita in Star Alliance, che necessita di almeno 12 mesi per poter essere conclusa, ma intanto noi potremo procedere con accordi in codeshare che ci permettono di rafforzare il nostro potere commerciale e cominciare fin dai prossimi mesi da avere benefici non certo marginali».

Da parte sua, il ceo tedesco Spohr non ha esitat0 a dichiarare: «Siamo impazienti di dare presto il benvenuto a Ita come nuovo membro della nostra famiglia di vettori. La decisione è un chiaro segnale per un traffico aereo forte in Europa. Nonostante le concessioni ampie e di vasta portata, l’investimento nella compagnia italiana rafforza la posizione di Lufthansa a livello globale. Faremo di Ita un elemento forte e di successo del Gruppo, garantendone il futuro come compagnia aerea internazionale», ha commentato .

SOSPIRO DI SOLLIEVO PER GIORGETTI

Da attuale “padrone di casa”, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non ha nascosto soddisfazione: «In queste due settimane, dopo l’operazione Tim e l’epilogo del nostro accordo con il Gruppo tedesco, l’Italia ha attratto l’attenzione dei mercati internazionali e credo sia un buon segno. Oggi si chiude una vicenda che questo governo ha voluto risolvere con un partner industriale affidabile come Lufthansa per dare a Ita le migliori opportunità di crescita. Contribuiremo anche allo sviluppo del grande hub strategico di Roma Fiumicino per le rotte verso il Nord America, l’Asia e l’Africa e dove Ita potrà fare la sua parte. È un successo italiano, tedesco, ma anche europeo. Vorrei poi ricordare che Ita è nata proprio per metter fine alle politiche di aiuti di Stato (Alitalia) che non avevano sortito buoni risultati. Ora di sicuro posso dire che, se malauguratamente la compagnia dovesse andare in perdita, lo Stato italiano non ci rimetterebbe nemmeno un euro e, da contribuente, non posso che essere felice di questo. Ma sono sicuro che per Ita, ora, ci siano ben altre prospettiva».

IL COSTO DEI REMEDIES? MENO DELL’1% DEI FATTURATI

Ma sulla solidità dei Ita sono arrivate subito le rassicurazioni del suo presidente Turicchi che, evocando il parallelo – a lui tanto caro – dei Promessi sposi ha dichiarato «arriviamo al matrimonio con vestiti buoni e con la casa in ordine: abbiamo in cassa oltre 400 milioni di euro, un load factor all’80% e interessanti prospettive di crescita nei vari mercati esteri.  Nella decisione della Commissione Ue è prevalsa la logica: perché la regione Europa ha bisogno di rafforzarsi con adeguati servizi aerei, nella scelta di una partnership industriale di alto profilo e la terza logica che risiede nel fatto che questa operazione è a favore del mercato, a partire dalla crescente domanda aerea del mercato domestico fino all’importanza del nostro Paese dal punto di vista turistico».

Riguardo poi al costo dei remedies, ovvero delle rinunce presentate alla Commissione Ue nell’ultimo dossier, sia Turicchi che Spohr hanno precisato che le rotte in sovrapposizione e quindi dismesse incidono per meno dell’1% sui fatturati delle due compagnie aeree.

SINDACATI: «RIASSUNZIONI E NUOVI CONTRATTI»

Tra le prime reazioni, quelle dei sindacati. «Accogliamo positivamente la notizia – dichiarano Marco Verzari e Ivan Viglietti, segretario generale e nazionale di Uiltrasporti – È un ok che ha imposto delle condizioni significative e che è tardato anche troppo facendo perdere un anno alla compagnia italiano e al suo piano di crescita»

«Riteniamo opportuno – proseguono – che il governo mantenga comunque una quota di Ita Airways, anche di minoranza, perché i collegamenti aerei con il resto del mondo rappresentano un asset strategico del Paese, a cui non possiamo rinunciare.

Bisogna ora guardare avanti e mettersi subito a lavoro per l’ingresso di Ita Airways nell’alleanza Nord Atlantica, di cui è parte Star Alliance, e per il potenziamento del Piano industriale, sotto il profilo della flotta, che deve crescere molto di più per garantire al nostro Paese la competitività delle imprese, ma soprattutto per sviluppare il piano di assunzioni e il reinserimento dei lavoratori ancora in cassa integrazione». A questo proposito, i sindacalisti ricordano «che la cassa integrazione scadrà il 31 ottobre di questo anno» e chiedono già da ora «una proroga di almeno un altro anno».

Tra le richieste di Uiltrasporti anche l’attivazione di «un tavolo di trattativa per rinegoziare i contratti di lavoro, che sono orami inadeguati e superati, e riconoscere ai lavoratori che in tutto questo tempo hanno dimostrato grande spirito di sacrificio, il giusto riconoscimento e il giusto livello salariale eroso da anni di inflazione».

In particolare, sulla vicenda dei 2.500 ex dipendenti Alitalia che chiedono la riassunzione in Ita, Turicchi ha chiosato: «Ci sono stati Tribunali che hanno avallato questa ipotesi e altri che hanno deciso in modo completamente diverso. Mi auguro solo che la Corte Costituzionale si pronunci al più presto riguardo l’intera vicenda e nel frattempo noi andremo avanti con l’accordo. È bene però dire anche un’altra cosa: la Commissione Ue ha sancito la discontinuità riguardo all’operazione Alitalia-Ita e questa decisione dà forza rispetto ad altre sentenze nazionali».

LA SPINA NEL FIANCO WIZZ AIR

Infine, sugli interrogativi che gravano ancora sul “matrimonio”, nessuno si è sottratto a risposte molto esplicite: prima “spina nel fianco” è il possibile ricorso alla Corte di Giustizia Ue paventato da alcuni vettori competitor, come Wizz Air, per la quale il ministro Giorgetti ha replicato: «Se ci sono posizioni avverse a questa operazione è bene dirlo subito e rivolgersi all’Ue che, con la decisione presa in queste ora, credo abbia dimostrato di essere un arbitro illuminato che ha compreso la valenza dell’accordo a favore dell’utenza aerea».

Le foto sono state inviate dall’ufficio stampa del Mef
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