È il nodo degli esuberi l’ostacolo alla discesa in campo di Lufthansa per salvare Alitalia. «Ci deve essere una newco in Alitalia perché ci sia il nostro interesse a investire», ha ribadito il ceo della compagnia tedesca, Carsten Spohr, in una conference call con gli analisti che ha seguito di poche ore il cda che ha annunciato i risultati trimestrale del Gruppo.
«La nostra posizione su Alitalia non è cambiata. Siamo interessati a un’Alitalia nuova e ristrutturata per l’importanza del mercato italiano. Non siamo interessati all’attuale Alitalia», ha proseguito il manager che ha anche sottolineato come prima di qualsiasi impegno, ci sia bisogno di una nuova società. E soprattutto, di qualcuno (lo Stato italiano) che provveda ad agire sul piano dei tagli al personale, facendosi anche carico della firma di un accordo preventivo con i sindacati.
La convinzione di Sphor, infatti, ribadita ancora una volta nel corso della call, è che Alitalia dovrebbe attuare un piano di tagli, sia di aerei che di personale: a questo proposito, Lufthansa ne ipotizza non meno di 5mila, Fs e Atlantia non più di 2.800.
Intanto, mentre il nuovo prestito ponte da 400 milioni collegato alla manovra di Bilancio garantisce ad Alitalia attuale altri sei mesi di operatività, la prossima scadenza rimane quella del 21 novembre, che però lo stesso numero uno dle vettore tedesco ha definito “non realistica”. Entro quella data, Fs e Atlantia dovranno presentare un’offerta vincolante insieme agli altri membri del consorzio chiamato a salvare l’ex-vettore di bandiera.