L’attesa certificazione del crollo del turismo mondiale da parte dell’Unwto non lascia spazio a dubbi: quest’anno il settore chiuderà con un calo complessivo tra il 65 e l’80%. Percentuali da brivido che confermano, secondo il segretario generale Zurab Pololikashvili, come «Il mondo stia attraversando una crisi economica e sanitaria senza precedenti».
I dati dell’Organizzazione mondiale del turismo rilevano, solo nel primo trimestre dell’anno, un calo del 22%, con una perdita complessiva di 67 milioni di arrivi internazionali e mancate entrate per 80 miliardi di dollari (pari a circa 74 miliardi di euro). Ed è solo l’inizio di uno tsunami mai visto nel comparto dal dopoguerra ad oggi.
Sulla base delle prime proiezioni per i prossimi trimestri dell’anno, infatti, gli analisti dell’Unwto hanno delineato tre possibili scenari. Il primo basato sull’apertura graduale delle frontiere internazionali e progressivo allentamento delle restrizioni ai viaggi fino a luglio con un -58% di arrivi annuali; il secondo scenario basato, invece, con aperture frontiere e minori restrizioni da settembre che prospetta un calo del -70%; e infine il terzo e più preoccupante scenario che fa slittare l’allentamento delle restrizioni ai viaggi all’inizio di dicembre: se così fosse il calo del turismo internazionale sfiorerebbe l’80%.
Il crollo di arrivi internazionali, a seconda dei tre scenari, oscillerà tra 850 milioni di viaggiatori e 1,1 miliardi di turisti in meno.
Cifre che si accompagnano a quelle ancor più allarmanti legate alle mancate entrate, che variano da 950 miliardi di dollari (845 miliardi di euro), nella più rosea prospettiva di un parziale ritorno ai viaggi a luglio, a 1,2 trilioni di dollari (1 trilione di euro) nel caso di un lockdown per i viaggi protratto fino al dicembre 2020.
L’Unwto Barometer si completa con i dati sull’occupazione che prospettano tra i 100 e i 120 milioni di posti di lavoro a rischio.
Per gli esperti dell’Organizzazione mondiale del turismo, una timida ripresa si potrà avere non prima della metà del 2021, con un progressivo recupero della domanda internazionale e uno scatto di reni più repentino per il leisure individuale rispetto al business travel e al Mice che, per ovvi motivi legati al social distancing, faticheranno non poco a tornare ai livelli pre-Covid.
Guardando infine alle regioni del mondo, il recupero del turismo sarà più rapido in Africa e Medio Oriente, dove si prevedono ripartenze fin dalla seconda metà dei quest’anno, mentre più lento sarà il rilancio per Europa e Nord America.