by Giulia Di Camillo | 15 Ottobre 2021 15:14
Maavi torna alla fiera di Rimini più forte, questa volta accompagnata anche da Conflavoro e con l’agenda fitta di appuntamenti istituzionali, come quello di martedì 19 al Viminale, per chiedere al ministero dell’Interno più controlli sui viaggi internazionali e una concreta e necessaria spinta alla professionalità del turismo organizzato italiano.
«Il futuro comincia da noi – dichiara la presidente Enrica Montanucci, durante la conferenza stampa tenutasi al Ttg Travel Experience e reduce dal flashmob con le altre associazioni di categoria[1] – In passato abbiamo pagato il fatto di essere un settore sconnesso con il tessuto istituzionale, ora abbiamo cambiato le carte in regola con pazienza, perseveranza e faccia tosta. Dobbiamo proseguire in questa direzione».
L’associazione delle agenzie, movimento nato il 2 marzo 2020 proprio durante la prima manifestazione di piazza a Roma, ha macinato 38mila chilometri in questi mesi. Per visitare circa 1.300 adv e tessere la sua importante rete nazionale: «Sempre di più voglio puntare a un turismo che sia rispettoso della filiera. Dobbiamo diventare un’industria con tutti i suoi passaggi. Vogliamo che il sistema sia diverso da quello avuto fino ad ora, che gli agenti siano ascoltati. Ci stiamo muovendo in ogni direzione, anche a livello regionale, e il progetto Faro Team è una concreta opportunità per i colleghi, un’alternativa ai network».
«La carica vitale la prendiamo dalla base». Inizia così il discorso di Marco Federici, coordinatore rete nazionale Maavi: «Superata la fase pandemica, dobbiamo mantenere stretto quanto conquistato fino ad oggi. Ora possiamo dire la nostra su tutti i tavoli. La forza viene dai numeri, e come ogni associazione e organizzazione sindacale abbiamo bisogno di consenso: più pugni sbattiamo sul tavolo e più forte arriva il rumore».
L’APPUNTAMENTO DI MARTEDÌ 19. «Il turismo arriva al Viminale. Incontreremo il ministero dell’Interno. Vogliamo controlli sui viaggi: solo così sempre più gente entrerà in agenzia», aggiunge Montanucci.
Fino a Conflavoro, con Alfredo Trinchese che conferma i lavori per «sviluppare un contratto collettivo nazionale, flessibile e nel massimo rispetto dei lavoratori». E ancora opportunità di formazione sul territorio e ulteriore collaborazione istituzionale.
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