Ha mutato colore Machu Picchu: le pietre bianche dei muri sono diventate grigie, gli scalini si erodono, come i suoli, che già rifanno due volte l’anno. Ora, poi, piove solo per 2.200 millimetri e negli ultimi 10 anni si è anche ritirata la cappa delle nevi sul ghiacciaio più importante del sito patrimonio Unesco, incastonato tra 12 sistemi ecologici di biodiversità (con montagne fino a 6mila metri) ricchi del 17% degli uccelli del Perù (443), l’orso andino e 423 specie di orchidee, fra gli altri esemplari.
Un risultato inevitabile, anche per uno dei pochi resti dell’impero inca che non furono distrutti dagli spagnoli con la loro conquista alla ricerca di tesori, perché non ci arrivarono mai. C’entra invece il mutamento climatico, che si avverte anche ai suoi 2500 metri sul livello del mare. E l’afflusso di sempre più turisti, 1.492.000 nel 2018 (+12% circa sul 2017), «però di qualità, senza vandalismi, anche per il forte impatto spirituale di Machu Picchu: i portatori si levano il cappello quando entrano, tutti salutano il monumento, molti visitatori scoppiano a piangere», ha spiegato Fernando Astete, storico direttore del sito più iconico di tutto il Perù, per tutti ”il guardiano di Machu Picchu”.
In due incontri a Milano e Roma, organizzati in collaborazione con la Cattedra Unesco dell’Università di Genova e sostenuti dal tour operator Earth Cultura e Natura, l’antropologo è venuto a promuovere i principi del turismo sostenibile. Lui, che da quando era boy scout frequenta la bellezza mozzafiato nelle Ande amazzoniche, alla quale ha fatto riacquistare la memoria in 40 anni di mappatura a piedi dei 37mila ettari del sito, scoprendo strade, reperti e costruzioni. Sostenuto dalle comunità locali e da un gruppo internazionale di scienziati e ricercatori, per «un luogo sacro che all’inizio era un caos granitico ricoperto dal bosco – dice – Poi, rimessi a posto tutti i grandi sistemi di drenaggio concepiti dagli Inca si è trasformato, fino a diventare simbolo di una nazione, perché essenza della cultura andina».
Dal primo gennaio 2019 è partita la sfida di governare la crescita del turismo di massa, senza pensare di aumentare i prezzi. Rivela Astete: «Il sito fu progettato per 400 residenti e massimo 1.500 persone riunite. Oggi arriviamo anche a 6mila turisti al giorno. Già solo il cammino Inca è calpestato ogni anno da 160mila visitatori».
Con l’obiettivo futuro di consentire l’accesso a massimo 5.600 visitatori al giorno, ora intanto i biglietti sono a tempo (visita di 4 ore) e in orari fissati, dalle ore 6 alle 14. Per i serpenti di gente che congestionano i percorsi, stanno pensando di aprire cammini alternativi, oltre a una seconda via d’uscita dal sito che ha già ricevuto l’ok dell’Unesco. Quanto al movimento dei visitatori, la posa di griglie potrà limitare il consumo delle superfici, così come la soluzione di scale in legno arginerà il consumo degli scalini di pietra.
«Siamo da sempre sensibili alla sostenibilità dei nostri viaggi e abbiamo considerato un privilegio ascoltare Fernando Astete – commenta Isabella Pillolo, responsabile prodotto Earth Cultura e Natura – Non solo desideriamo evitare il turismo di massa e l’impatto che ne deriva, ma abbiamo addirittura rilanciato con un’importante partnership in loco, con van e auto 4×4 di proprietà».
Specialista da 30 anni del Perù, dove viaggia a 360°, il t.o. di Lecco muove 3-400 persone l’anno sulla destinazione, con partenze esclusive garantite tutto l’anno. Inoltre, due viaggi al mese, al di là del traffico di agosto (con una partenza già chiusa), sono riservati per minimo 3/4 persone e massimo 8, in fuoristrada con tour leader che parla italiano, valore medio del viaggio intorno ai 4mila euro.
«Siamo soddisfatti per le tante persone che si rivolgono a noi per il viaggio a Machu Picchu, sempre particolarmente appetibile per il mercato – conclude la manager – Ora l’intento è far vivere al meglio l’esperienza». Soprattutto con riguardo all’ingresso del pomeriggio, stanno studiando di proporre magari due ingressi, visto il tempo ristretto di permanenza: in visita privata guidata e, il giorno dopo, in maggiore libertà. Una novità invece sono le partenze esclusive, diventate una al mese, per il Nord del Perù (Best in Travel 2019 per Lonely Planet) che Earth promuove da tempo, sia per l’archeologia che per il contesto antropologico e naturalistico ancora poco noto.