Nessun ridimensionamento in vista per Alitalia. La rassicurazione arriva dal vicepremier Luigi Di Maio, ministro per lo Sviluppo economico, che ha incontrato in queste ore i sindacati, subito dopo il via libera del governo all’ingresso del Mef nel capitale della nuova compagnia.
«Non ci sarà un’Alitalia più piccola – ha affermato – Il ministero dell’Economia e le Fs entrano per garantire che il vettore non sia ridimensionato».
Nella riunione al Mise di via Veneto, stando a quanto riportato dall’AdnKronos, Di Maio ha anche chiarito che quando si tratta di operazioni di mercato si parla di partner privati, «ma la presenza del ministero dell’Economia e delle Ferrovie garantisce la salvaguardia dei livelli occupazionali, evita licenziamenti e assicura una strategia per Alitalia e non la svendita.
Il vicepremier gialloverde ha fatto sapere, inoltre, che le Fs guidate da Gianfranco Battisti – ora in trattativa con Delta ed easyJet – presenteranno il piano industriale entro il 31 marzo, invece per fine gennaio.
IL FRONTE DEGLI SCONTENTI. Eppure, le rassicurazioni di Di Maio non sembrano bastare. C’è chi, come Salvatore Pellecchia, segretario generale di Fit-Cisl, lamenta i ritardi nella definizione del nuovo assetto per Alitalia.
«L’incontro – si legge in una nota – non ha risposto alle nostre aspettative, perché sono trascorsi quattro mesi dalla prima riunione con il ministro. Ci troviamo a ridosso dell’estate, periodo in cui c’è un incremento del traffico aereo, e la compagnia non ha un piano industriale, né i mezzi per cogliere le opportunità che il mercato offrirà e per implementare l’offerta commerciale con nuove rotte, tant’è che non sono più arrivati i cinque nuovi aeromobili annunciati a suo tempo dall’ex commissario Gubitosi».
Per Pellecchia «Se non si accelera il negoziato con il partner industriale la compagnia rischia di fare un tuffo nel passato e tutto quanto di buono è stato fatto finora, a partire dai sacrifici delle lavoratrici e dei lavoratori, rischia di andare buttato».
L’ingresso dello Stato in Alitalia non va giù invece a Graziano Delrio, l’ex ministro ai Trasporti oggi capogruppo alla Camera del Partito democratico. «Sono d’accordo per soluzioni temporanee o alla partecipazione con piccole quote, invece l’idea la nazionalizzazione mi trova fortemente contrario», ha dichiarato in radio a 24Mattino.