Maldive a rischio? Piano di sostenibilità per salvarle

Le Maldive sono il Paese più “basso” del mondo con 1.200 isole sparpagliate nell’arcipelago dell’Oceano Indiano che, rispetto al livello del mare, si alzano in media solo di un metro.
Le attuali previsioni sul loro destino, legato ai disastrosi cambiamenti climatici, presumono che l’80% del Paese potrebbe essere inabitabile già nel 2050 perché sommerso dalle acque e, addirittura, le Maldive potrebbero cessare di esistere entro la fine del secolo.
Un’ombra nera che oscura il sole di questo paradiso; una previsione nefasta che i maldiviani non possono permettersi di ignorare. Per questo motivo governo, istituzioni, popolazione e i grandi brand proprietari dei resort nelle isole, ormai da tempo sono al lavoro per salvare il futuro della terraferma, della sua popolazione e delle specie protette che la popolano, ma anche per preservare il meraviglioso mare e il mondo sottomarino, con i suoi pesci e i suoi coralli.
SUL TETTO DEL MONDO
Negli ultimi 10 anni il turismo è diventato la principale industria delle Maldive, contribuendo al 27% del Pil nazionale e creando oltre 60.000 posti di lavoro. Le entrate legate al settore sono cresciute del 15% nel 2024 e le entrate fiscali governative sono aumentate dell’8%. Ma non basta, perché le Maldive puntano a cinque miliardi di dollari di entrate turistiche nel 2025, prevedendo molti di più dei due milioni di visitatori del 2024, di cui dall’Italia, fino a novembre, circa 115mila.
Non c’è dubbio: le isole sono ormai tra le destinazioni turistiche leader mondiali, per questo, per la loro sopravvivenza, ma anche per poter continuare ad attrarre turisti, puntano a diventare la meta più sostenibile al mondo. Un obiettivo ambizioso, ma già ben avviato con il loro recente riconoscimento come Migliore Destinazione Green del pianeta ai World Travel Awards: un titolo che ha premiato l’impegno del Paese nel saper integrare la sostenibilità nel settore turistico e nel distinguersi come destinazione di riferimento per viaggi eco-consapevoli a livello internazionale, grazie anche a un politica ambientalista portata avanti dal governo delle Maldive che si è posto l’importante obiettivo di riuscire a produrre il 33% dell’energia nazionale tramite fonti rinnovabili entro il 2028, grazie all’uso di tecnologie innovative per l’energia rinnovabile e alla formazione di personale qualificato.
IL MINISTERO “PERFETTO”
Un importante passo verso l’integrazione dello sviluppo turistico con la salvaguardia dell’ecosistema ha dato vita a febbraio al ministero del Turismo e dell’Ambiente che combina le responsabilità dell’ex ministero dei Cambiamenti climatici, dell’Ambiente e dell’Energia, con quelle dell’ex dicastero del Turismo.
La decisione del presidente Mohamed Muizzu di accorpare i due ministeri dovrebbe creare un approccio più snello e garantire che la crescita del travel vada di pari passo con l’impegno per la sostenibilità ambientale. In buona sostanza, il nuovo dicastero dovrà garantire che l’espansione del turismo, auspicata e cercata, non avvenga a scapito della natura e delle comunità locali, rendendo il settore più resiliente e sostenibile.
Al neonominato ministro del Turismo e dell’Ambiente, Thoriq Ibrahim, già responsabile dell’Ambiente e dell’Energia, il compito di bilanciare crescita del turismo, innalzamento del livello del mare, protezione delle barriere coralline e politiche energetiche a basso impatto.
Nella pratica, il programma prevede incentivi per resort e operatori turistici che portano avanti iniziative green, comprese operazioni a zero emissioni di carbonio e certificazioni ecologiche. Sarà data priorità a progetti di costruzione di resort con architettura sostenibile, che prevedano linee ben precise per la riduzione dei rifiuti e l’impiego di energie rinnovabili. Tutte le attività turistiche in acqua dovranno essere sempre rispettose della barriera corallina e saranno estese al massimo le restrizioni sui rifiuti di plastica; anche se, va detto, già molti resort adottano una politica plastic free.
CIASCUNO FA LA SUA PARTE
I visitatori sono tra gli attori che possono sostenere la battaglia per la sopravvivenza delle Maldive rispettando semplici regole, come non abbandonare rifiuti in mare e scegliendo di soggiornare in resort che rispondano con serietà ai principi di sostenibilità. In tali contesti, gli stessi ospiti sono spesso chiamati a partecipare a iniziative per la protezione dell’ambiente, come nel caso del Coral Restoration Program di Atmosphere Core, dedicato alla protezione della barriera corallina: sotto la guida di biologi marini esperti, si può contribuire nella pratica alla rigenerazione dei coralli danneggiati.
Chi soggiorna al lussuoso One&Only Reethi Rah, su una delle isole semi-artificiali più grandi delle Maldive, sostiene l’uso dei materiali locali come i gusci di cocco e la seta impiegati in tutto il resort. La struttura ha anche avviato un programma di restyling utilizzando solo legno proveniente da foreste sostenibili in Germania, garantendo la tracciabilità di ogni pezzo.
C’è poi l’Emerald Maldives Resort & Spa, sull’isola di Fasmendhoo, che impiega solo materiali locali come bambù e pietre naturali e produce acqua calda con energia solare. Qui un impianto di compostaggio converte i rifiuti alimentari in fertilizzante e il Coral Frame Planting sostiene la protezione della barriera corallina.
Il Four Seasons Landaa Giraavaru, invece, nel suo Marine Discovery Center educa gli ospiti sull’importanza della conservazione marina. Tra i progetti chiave, il Maldivian Manta Ray Project e il il Maldivian Manta Ray Project e il programma di riabilitazione delle tartarughe marine.