Maldive, le guest house diventano boutique hotel con Kinan
Circa 1.190 isole – di cui 200 abitate da pescatori – distribuite su 26 atolli naturali. Parliamo delle Maldive, destinazione che continua a registrare un buon trend di crescita e la cui tipologia di richieste sta cambiando; così come si sta modificando l’offerta di ricettività alberghiera.
Se fino al 2009 alla popolazione locale non era permesso avviare imprese legate al turismo e i protagonisti della scena erano i resort 5 stelle, da allora c’è stata un’apertura in tal senso: sono nate le guest house – piccole “pensioni” nelle isole abitate, sistemazioni a conduzione familiare che seguono le regole e le leggi del Paese – e nel tempo molte di esse si sono trasformate in boutique hotel, ideali per chi vuole vivere le Maldive “alla maldiviana”.
Tra questi ci sono i Kinan Boutique Hotels, piccoli alberghi sull’isola di Fulidhoo nell’atollo di Vaavu, in direzione sud (dopo l’atollo di Malé sud), a 50 minuti di trasferimento in barca veloce dall’aeroporto di Malé.
Ramzee Aboobakuru, managing director di Kinan Boutique Hotels, piccoli e deliziosi alberghi spiega: «Oggi il mercato delle Maldive non è attratto solo dalle classiche mete dei resort all inclusive, ma anche dalle altre eccellenti isole abitate dalle popolazioni locali e dove il segmento guest house sta ricevendo sempre più richieste».
C’è da dire che i prezzi dei boutique hotel sono molto concorrenziali e possono includere escursioni giornaliere per andare a fare snorkeling nei vari punti scenografici dell’atollo di Vaavu; i resort 5 stelle vengono invece spesso commercializzati a prezzi proibitivi (complici anche i vettori aerei che hanno aumentato le tariffe e diminuito la capacità).
Ed è anche per questo che l’Ente del Turismo maldiviano sta spingendo sulle possibilità di ospitalità alternativa che offre il Paese. «Da quando qualche anno fa le Maldive hanno aperto al turismo anche le isole dei pescatori, si sono moltiplicate le guest house – dice Ramzee – Ad oggi sono più di 600 e sono una soluzione di soggiorno alternativa che non solo rende economicamente più accessibili le isole, ma permette anche di entrare in contatto con la popolazione locale, per scoprirne tradizioni, usi e costumi e anche per apprezzare la cucina».
Nelle isole dei pescatori si può cenare in ristorantini locali sulla spiaggia, apprezzando la cucina a base di pesce. Nelle guest house ci sono piccole limitazioni: trattandosi di un Paese musulmano, non è permesso il consumo di alcool e carne di maiale e si può stare in costume da bagno solo nelle bikini beach. «Ma quasi tutte le guest house sono attrezzate con barche per permettere escursioni di vario genere», aggiunge.
«Il nostro spirito a Kinan Boutique Hotels è quello di far vivere al nostro ospite un esperienza a 360 gradi, vivendo il mare ogni giorno in una spiaggia diversa, scoprendo la cultura locale, gli aneddoti dei pescatori, i volti dei bambini che vanno a scuola e le rughe degli anziani che hanno vissuto la trasformazione delle nostre isole negli anni – racconta Ramzee Aboobakuru – Noi a Kinan Boutique hotels siamo orgogliosi di poter lavorare con il mercato Italiano, al punto che abbiamo anche uno staff che parla italiano e risponde a tutte le richieste dei tour operator e delle agenzie di viaggio in tempo reale».
In Italia, attualmente, i Kinan Boutique Hotels sono commercializzati da Meridiano Tour Operator e da Italia 2000.