by Natalia Cascio | 28 Febbraio 2020 11:31
A TourismA, il Salone dell’Archeologia e Turismo Culturale che si è tenuto al Palazzo dei Congressi di Firenze dal 21 al 23 Febbraio, abbiano incontrato anche il neo direttore per l’Italia del Malta Tourism Autority, Ester Tamasi.
Perché Malta è presente a questo evento?
«Malta è una destinazione turistica dinamica, fresca, nuova, e con la sua capitale Valletta è un’unione tra antico e moderno. Con il turismo archeologico si crea un mix importante tra le offerte di prodotto. Il nostro è un arcipelago che abbraccia diverse culture del Mediterraneo. Ciascuna delle sue tre isole, Malta, Gozo, Comino ha la sua peculiarità e oltre al mare e ai corsi d’inglese abbiamo molto altro da offrire. Per quanto riguarda l’aspetto culturale, abbiamo oltre 7000 anni di storia, resi particolarmente ricchi dal fatto che la sua posizione nel cuore del Mediterraneo ne ha fatto crocevia e melting pot non indifferente di vite in un contesto paesaggistico meraviglioso e ne ha affermato un’identità orgogliosa delle proprie radici».
Che impatto ha l’archeologia sull’economia turistica maltese?
«La promozione del turismo archeologico punta a un incremento delle presenze in un’ottica sostenibile, in particolare fuori dalla tradizionale stagione turistica. In effetti si è evidenziata negli ultimi due anni una crescita rilevante nei periodi da gennaio ad aprile e a novembre e dicembre, specie con la presenza di gruppi interessati all’aspetto archeologico. Si tratta di un target individuato in particolare tra gli over 50».
Quali in particolare, le realtà archeologiche da segnalare?
«Possiamo vantarci della presenza di ben tre siti nominati patrimonio dell’Unesco di cui due sono siti archeologici. Si tratta dei Templi Megalitici – sette tra Malta e Gozo – e del’Ipogeo di Hal Saflieni, un complesso sotterraneo scavato nella roccia tra i monumenti preistorici di maggior valore al mondo. Per questo il turismo archeologico per Malta è un valore aggiunto all’offerta prodotto della destinazione, è una chiave di dialogo tra cultura e la scoperta sostenibile del territorio che racconta un pezzo importante della storia di Malta».
Molti anche i relitti sui suoi fondali, il cui più antico di epoca fenicia, che risale al 2700 a.C. I relitti sottomarini maltesi sono stati mappati e oggi sono passati sotto la tutela della Underwater Cultural Heritage Unit (UCHU), creata dal Ministero dei Beni Culturali maltese e da Heritage Malta, agenzia nazionale volta alla gestione delle collezioni, dei siti e dei musei del patrimonio culturale di Malta.
Tra le missioni dell’UCHU c’è quella di regolamentare l’accesso alle aree sottomarine archeologiche, proteggendo il patrimonio, ma allo stesso tempo permettendo ai subacquei di continuare ad ammirare questi importanti reperti. L’elenco dei siti monitorati e dei diving center autorizzati alle immersioni e maggiori dettagli sui siti archeologici patrimonio Unesco sono disponibili su www.visitmalta.com. Particolarità non da poco, le dimensioni ridotte dell’arcipelago, che permettono di offrire un programma ricco di visite, da gestire in tutta tranquillità per assaporare con i giusti tempi i numerosi siti archeologici, immersi in un clima che si presenta mite tutto l’anno.
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