Si aggira sulla cifra di 943 euro il valore delle mance detassate (grazie all’agevolazione del 5% introdotta con la legge di bilancio 2023) ricevute dagli impiegati del settore turismo e ristorazione in busta paga. Lo rileva il Caf Acli per Il Sole 24 Ore, analizzando 720mila modelli 730 di lavoratori dipendenti presentati quest’anno.
L’agevolazione statale è dunque in vigore da gennaio 2023: il reddito da lavoro dipendente del beneficiario non deve superare i 50mila euro nell’anno precedente e gli importi agevolati non devono superare il 25% del reddito percepito per le prestazioni di lavoro rese nel settore turistico-alberghiero e della ristorazione.
A livello regionale, sono la Lombardia (1.569 euro anni) e la Liguria (1.082) a registrare l’importo medio più alto delle mance detassate. La maggior parte di chi ha ricevuto il bonus ha un reddito sotto i 30mila euro annui.
Quanto alla platea dei beneficiari, il rigo dedicato alle mance nelle dichiarazioni analizzate è compilato nello 0,33% dei modelli. «È ancora presto per giudicare la diffusione della detassazione delle mance – ha dichiarato Alessandro Massimo Nucara, direttore generale di Federalberghi – I primi otto mesi del 2023 sono trascorsi nell’attesa della circolare dell’Agenzia delle Entrate. Poi c’è voluto tempo per adeguare i software, formare le persone e informare i lavoratori. Auspichiamo che, con il passare del tempo, aumenti la diffusione della misura».
Si tratta certamente di una misura interessante per imprese e lavoratori per Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi, che conferma come si stia evolvendo nel tempo «consentendo una gestione organica delle mance come avviene già da tempo all’estero».
«Il Ccnl, rinnovato da poco, vieterebbe la percezione delle mance e questo non aiuterebbe la misura. Approfittiamo di questo studio, che ne evidenzia i benefici, per richiedere una revisione e tutelare quindi ulteriormente i lavoratori del settore», ha concluso il ministro del Turismo Daniela Santanchè.