Mani francesi sugli aeroporti veneti

Mani francesi sugli aeroporti veneti
28 Febbraio 16:07 2025 Stampa questo articolo

Il futuro degli aeroporti di Venezia, Treviso e Verona potrebbe presto passare in mani francesi. Save, società che gestisce gli scali veneti, è al centro di una trattativa avanzata per la cessione dell’88% delle sue quote al fondo d’investimento Ardian, colosso europeo delle infrastrutture con un portafoglio di oltre 150 miliardi di euro. Se confermata, l’operazione potrebbe segnare una svolta decisiva per il sistema aeroportuale del Nord-est italiano, con possibili effetti su investimenti, strategie di crescita, livelli occupazionali e  di governance.

La questione è aperta da tempo, ma ha subito unaccelerazione nelle ultime settimane come riferito da Repubblica e Corriere Veneto. Ardian avrebbe firmato un accordo in esclusiva con Finint Sgr per acquisire le quote dei due fondi attualmente in uscita, il francese Infravia e il tedesco Dws. La trattativa sarebbe già in una fase avanzata e il passaggio di Save sotto il controllo transalpino, secondo i rumors, sembra sempre più vicino.

Si tratta dell’ultimo capitolo di una lunga ristrutturazione societaria iniziata anni fa quando Enrico Marchi, presidente del gruppo Banca Finint e della Save, portò i due fondi a bordo della holding Milione Spa e della stessa Save. Ora, però, l’uscita di Infravia e Dws apre le porte a una nuova configurazione della proprietà. E ci si interroga quale incarico, nel caso, andrebbe a ricoprire Marchi e se perderà, quindi, il suo storico ruolo di regista.

Il fondo Ardian, che già gestisce infrastrutture di rilievo come l’aeroporto di Londra Heathrow, la scorsa estate era uscito da F2i Aeroporti, la società che detiene quote negli scali di Milano, Napoli, Bergamo, Bologna, Trieste e Torino. Il suo ingresso in Save confermerebbe l’interesse per il sistema aeroportuale veneto, ma resterebbe da sciogliere il nodo principale: il prezzo della transazione.

Secondo le indiscrezioni riportate sulla stampa, Ardian avrebbe messo sul piatto oltre un miliardo di euro, ma i fondi in uscita puntano a una valutazione in linea con quella del 2017, prima della crisi del settore dovuta al Covid. La pandemia ha infatti influito pesantemente sul trasporto aereo e le attuali condizioni economiche – con tassi d’interesse elevati e maggiori costi finanziari – rendono più complicata la chiusura dell’operazione.

L’ipotesi che Save finisca sotto controllo francese ha immediatamente, e inevitabilmente, acceso il dibattito politico in Veneto, peraltro tutto interno al centrodestra. Sullo sfondo ci sono le prossime elezioni regionali. Il consigliere di Fratelli d’Italia Joe Formaggio ha chiesto un intervento immediato del presidente della Regione, Luca Zaia, per fermare la vendita e, in particolare, per convocare in Consiglio regionale proprio Enrico Marchi «affinché chiarisca i termini dell’accordo e le ragioni della cessione di Save al fondo francese Ardian. Portare la principale infrastruttura del turismo veneto, un tempo in mano pubblica, in mani francesi rappresenta un colpo durissimo per il Veneto e per l’Italia. Questo non può e non deve accadere».

Ma la Lega veneta ha risposto duramente alle critiche di FdI. Alberto Villanova, capogruppo del Carroccio in Consiglio regionale, ha difeso sia Zaia che Marchi, definendo l’attacco di Formaggio «gratuito e ingiustificato». «La struttura societaria di Save è già composta da investitori esteri e il gruppo ha ottenuto importanti risultati nel corso del tempo. «Non accettiamo lezioni da chi strumentalizza un’operazione di mercato per fare politica», ha ribattuto Villanova.

Se l’accordo andrà in porto, il controllo di Save passerà ad Ardian, a meno che non vengano definiti accordi di co-investimento con altri soggetti. Il nuovo assetto potrebbe aprire la strada a investimenti significativi, con potenziali miglioramenti nella digitalizzazione, nell’espansione delle rotte e nel potenziamento delle infrastrutture.

Rimangono alcuni interrogativi e incognite importanti: quale sarà l’impatto sull’occupazione e sul territorio? Quali strategie adotterà il nuovo azionista per gestire gli scali? E soprattutto, quale sarà il ruolo di Enrico Marchi, che finora ha mantenuto il controllo operativo di Save con una quota di minoranza?

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Giuseppe Rinaldi
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