Site icon L'Agenzia di Viaggi Magazine

Manovra 2025, cosa prevede per imprese e lavoratori

palazzo chigi_adobe

Priorità per famiglie, giovani e imprese, confermato il taglio del cuneo fiscale, rimodulazione Irpef per 22 milioni di lavoratori. Sono i punti guida fissati dal governo Meloni per la Manovra 2025, in vista della presentazione del Def (Documento di economia e finanza), prevista il 20 settembre. Nel complesso, scrive il Sole 24 Ore, si ipotizzano interventi per oltre 15 miliardi. Misure che interessano anche le imprese e il lavoratori del travel.

Mantenuto, dunque, anche per il prossimo anno il taglio del cuneo contributivo di 7 punti per le retribuzioni fino a 25mila euro lordi annui e di 6 punti fino a 35mila euro: una misura che coinvolge 14 milioni di lavoratori dipendenti, con un vantaggio di circa 100 euro al mese in busta paga. Ribadita anche la rimodulazione delle aliquote Irpef, taglio da 4 a 3, come ipotesi di base che vale 4 miliardi.

Si va verso la conferma della detassazione al 5% dei premi di produttività entro i 3mila euro d’importo, per redditi fino a 80mila euro: la precedente tassazione era del 10%. Si tratta di una priorità indicata dal ministero del Lavoro: dai dati di metà luglio del dicastero si evince che i contratti attivi con premi di risultato sono 15.186, il 23,9% in più rispetto al 2023. Ne beneficiano 4,4 milioni di lavoratori, ai quali viene corrisposto un importo annuo medio pari a 1.509 euro.

Possibile l’ampliamento dei beni e servizi erogabili ai lavoratori all’interno dei fringe benefit esentasse. Per effetto della scorsa manovra, per il periodo d’imposta 2024, gli importi sono passati da 258,23 a 1.000 euro per tutti i dipendenti. Per i lavoratori con figli fiscalmente a carico sale fino a 2mila euro il limite di esenzione dei fringe benefit, che comprendono le somme erogate o rimborsate dal datore per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale, oltre che le spese per l’affitto o il mutuo della prima casa. Voci alle quali potrebbero aggiungersi i contributi alla sanità integrativa.

Capitolo a parte il bonus mamme. Ancora in bilico e in scadenza a fine anno il provvedimento adottato in via sperimentale per le lavoratrici madri con almeno due figli (circa 570mila) che usufruiscono di azzeramento dei contributi a carico fino a compimento del decimo anno del figlio più piccolo. Per chi ha almeno tre figli l’incentivo è triennale.

IL CRONOPROGRAMMA DELL’ITER LEGISLATIVO

In base alle nuove regole del Patto di Stabilità, il governo deve concordare entro novembre con la Commissione europea un Piano strutturale di bilancio (Psb) su base pluriennale, che inevitabilmente impatterà sulla Manovra. Lo schema del Psb per la riduzione della spesa pubblica va inviato a Bruxelles entro il 20 settembre, data nella quale è prevista, come accennato, la presentazione della nota di aggiornamento del Def.

Il Def è il primo step della sessione di bilancio, in cui si indicano gli obiettivi programmatici e i nuovi parametri macro-economici, con le risorse economiche su cui potrà contare la Manovra e le indicazioni su come spenderle. A politiche invariate, nel Def l’Italia prevede che il deficit scenda al 4,3% del Pil nel 2024, al 3,7% nel 2025 e al 3% nel 2026.

A seguire, entro il 15 ottobre, va presentato il Dpb (Documento programmatico di bilancio), da inviare a Bruxelles per il parere Ue: conterrà gli ambiti di intervento della Manovra, che da quest’anno, appunto, dovranno essere compatibili con il Piano strutturale di bilancio.

Infine toccherà al Disegno di Legge di bilancio vero e proprio, di norma entro il 20 ottobre. Lo schema va approvato, con eventuali modifiche in Parlamento, entro il 31 dicembre per l’entrata in vigore il 1° gennaio 2025. Entro il 31 gennaio il governo presenterà gli eventuali decreti collegati alla Manovra.

Exit mobile version