by Giorgio Maggi | 14 Febbraio 2020 7:00
Si chiama sostenibilità, ma vuol dire innovazione. Dal palco della seconda giornata di Bto2020 prendono forma i temi che devono essere in cima all’agenda di albergatori e startup del Terzo Millennio. Spazio a parole chiave come digitalizzazione e relazione con il cliente, ma soprattutto a quello che promette di diventare un vero e proprio must dei prossimi anni: la sostenibilità.
E se dati e crm sono giù due asset indispensabili – «sono un patrimonio di informazioni dettagliate, tracciano lo storico del rapporto, permette di fare ipotesi di diversificazione di mercato e di anticipare bisogni», spiega ad esempio Luca Migliavacca, sales executive manager di Sysdat Turismo – tutto quanto riguarda la sustainability è in gran parte ancora da costruire.
«Bisogna far capire al cliente che le azioni che vanno sotto il nome della sostenibilità generano non solo un risparmio energetico, ma anche utile per lui», è il pensiero di Giovanna Manzi, ceo di Best Western Italia. La dimostrazione sta in quello che stanno facendo le grandi catene internazionali come, per l’appunto, Best Western o AccorHotels. Che, solo per fare un esempio, ha deciso di indirizzare il risparmio generato dal mancato lavaggio di asciugamani puliti nella piantumazione di alberi.
Ma l’obiettivo, secondo la manager, deve essere più profondo: creare un legame tra sviluppo sostenibile e azioni responsabili. «La sostenibilità deve diventare un elemento chiave per la soddisfazione dei clienti, oltre che una leva competitiva per le performance aziendali». Un esempio? All’interno delle strutture di Best Western Italia, «se non vuoi che la tua camera sia pulita ogni giorno, ti diamo in cambio punti o sconti per le prossime prenotazioni». Così il cliente è più favorevole a essere sostenibile.
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