by Maurizio Pimpinella | 21 Settembre 2023 7:00
VOICE OF LEADER di Maurizio Pimpinella – La stagione turistica 2023 è stata fino ad ora complessivamente positiva, confermando l’Italia tra le principali mete turistiche internazionali. Secondo i dati diffusi dal ministero del Turismo, infatti, “nel mese di agosto l’Italia (43,3%) mantiene la sua posizione come seconda destinazione preferita davanti a Spagna (42,8%) e Francia (30,6%) per tasso di prenotazione delle strutture ricettive presenti sulle piattaforme online”.
Gli introiti poi, complice anche la crescita generale dei prezzi, favorita anche dall’inflazione, hanno fatto sì che il 2023 si rivelasse un anno particolarmente favorevole. Non adagiamoci però sugli allori, o presunti tali. Pur rimanendo fermo il fatto che l’Italia è un paese “attraente” per il turismo internazionale, bisogna sempre avere presente che le nostre potenzialità sono largamente inespresse, così come la capacità di valorizzare e promuovere mete, attrazioni e territori. Come abbiamo già ampiamente visto in questa rubrica, il digitale può rivelarsi determinante nel favorire la promozione del nostro Paese all’estero aiutando per giunta i viaggiatori a soddisfare i loro desiderata nel migliore dei modi.
Il contesto del turismo globale è sempre più competitivo e l’Italia deve abbracciare nuove strategie per mantenere e rafforzare la sua attrattività nei confronti dei principali competitor. L’arricchimento e la gestione dei dati personali, ad esempio, è un elemento dal quale non si può più prescindere ed è su di esso che si dovrebbero concentrare parte considerevole dei nostri sforzi, anche al fine di ottimizzare e di rendere più efficaci le risorse a nostra disposizione.
La base di partenza per meglio comprendere le potenzialità di cui stiamo parlando: basti pensare che secondo uno studio condotto da Accenture, il 75% dei viaggiatori afferma di desiderare esperienze personalizzate durante il loro soggiorno. L’utilizzo dei dati personali consente di creare itinerari e proposte su misura, incrementando l’attrattività delle destinazioni italiane per una vasta gamma di turisti. Oggi, la raccolta e l’analisi dei dati personali sono diventate fondamentali per comprendere le preferenze e le esigenze dei viaggiatori. Questo approccio orientato ai dati offre opportunità senza precedenti per migliorare l’attrattività turistica italiana.
Uno degli aspetti più interessanti dell’utilizzo dei dati personali nell’attrattività turistica italiana è la possibilità di personalizzare le esperienze dei visitatori. Grazie all’analisi dei dati, è possibile offrire consigli e suggerimenti su misura per ogni turista. Ad esempio, un’applicazione di viaggio potrebbe suggerire itinerari specifici basati sui gusti individuali, come la visita di musei d’arte, percorsi enogastronomici o attività all’aria aperta.
Andando quindi nello specifico, si potrebbe indicare alcuni dei vantaggi competitivi derivati da un utilizzo più ampio dei dati personali:
MARKETING MIRATO. L’analisi dei dati personali consente anche un marketing più mirato. Le aziende turistiche italiane possono creare campagne pubblicitarie basate sugli interessi e sui comportamenti dei potenziali visitatori. Ad esempio, se un individuo ha mostrato interesse per la cucina italiana su piattaforme online, è possibile indirizzare annunci relativi a corsi di cucina o ristoranti tipici italiani.
OTTIMIZZAZIONE DELLE RISORSE. L’uso dei dati personali non solo migliora l’esperienza del visitatore, ma consente anche una migliore gestione delle risorse. I dati possono essere utilizzati per prevedere i flussi turistici in determinate regioni e stagioni, consentendo agli operatori turistici di pianificare in anticipo e ottimizzare l’offerta di servizi.
SICUREZZA E BENESSERE DEI TURISTI. L’utilizzo dei dati personali può anche contribuire alla sicurezza dei turisti. Ad esempio, attraverso l’analisi dei dati di geolocalizzazione, è possibile monitorare i movimenti dei turisti e garantire un intervento rapido in caso di emergenza. Questo migliora la percezione di sicurezza dei visitatori e contribuisce positivamente all’immagine dell’Italia come destinazione turistica.
D’altra parte, ciò che le istituzioni e le imprese locali dovrebbero fare non è nulla di molto diverso da quello che già fanno big tech e grandi piattaforme su scala globale.
AirBnb, ad esempio, già utilizza i dati personali per suggerire alloggi basati sulle preferenze individuali dei viaggiatori, contribuendo così a promuovere una vasta gamma di destinazioni italiane. Lo stesso principio è quindi sfruttato da TripAdvisor che utilizza le recensioni e le preferenze degli utenti per consigliare ristoranti, attrazioni e attività, aiutando i turisti a pianificare viaggi indimenticabili in Italia. Lo stesso discorso vale anche per i programmi di fidelizzazione dei clienti delle catene alberghiere. Ciò che dovremmo fare sarebbe semplicemente quello di centralizzare le informazioni a livello di Sistema Italia, elaborarle e arricchirle in modo da un lato di presentare un’offerta turistica mirata e più attraente al singolo e dall’altro lato di offrire di conseguenza servizi all’altezza delle aspettative dei viaggiatori.
In sostanza, per promuovere il turismo italiano l’approccio dovrebbe essere fortemente orientato al marketing pensando che il nostro Paese sia come una grande impresa che deve vendere sul mercato i suoi prodotti che, nel nostro caso, sono cultura, storia, arte e tradizione.
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