by Claudia Ceci | 20 Luglio 2020 14:19
Pronti, partenza… manca solo il via. Scaldano i motori le navi, che attendono solo l’autorizzazione del governo per riprendere a solcare i mari del Mediterraneo. «Noi siamo pronti!». Lo dice a gran voce Leonardo Massa, country manager di Msc Crociere. La compagnia ha armato due navi, pronte a navigare a metà agosto e ha presentato il suo protocollo a garanzia della sicurezza di passeggeri ed equipaggio.
«Ho il dovere di essere ottimista, ma lo sono realmente – aggiunge il manager – Ho anche con me l’energia positiva delle agenzie di viaggi che continuo a sentire e che vogliono ripartire. Se dovessi fare la mia scommessa direi che l’industria si riprenderà e tra uno o due anni parleremo di questo difficile momento non come una battuta d’arresto del nostro settore». La speranza è che il 1° agosto si possa annunciare il via libera e l’avvio delle operazioni a metà mese.
Avete scritto una lettera agli agenti per confermare lo stop fino al 15 agosto…
«Nei giorni scorsi abbiamo informato gli agenti di viaggi della cancellazione fino al 15 agosto delle crociere con partenza nell’area mediterranea. Qualche settimana fa abbiamo lanciato i nostri programmi per l’estate 2021 in cui arriveranno due nuove navi e raggiungeremo quota 19: i piani di crescita a oggi sono quindi confermati. Riconfermate, delle 17 navi della flotta, 14 unità impegnate per l’inverno 2020/21, ovvero quelle che interessano fortemente il mercato italiano: Mediterraneo, Emirati Arabi e Caraibi. Per quanto riguarda la stagione estiva 2020, abbiamo cancellato le crociere estive in Nord Europa e fino al 15 settembre le partenze da Miami».
A che punto siamo con la preparazione della ripartenza?
«Siamo pronti per ripartire in sicurezza: abbiamo armato già due navi. Una che dovrebbe navigare nel Tirreno (probabilmente Msc Grandiosa, ndr) e una nell’Adriatico, con itinerari settimanali. Armare una nave è un’operazione lunga e dispendiosa, significa richiamare migliaia di persone. Mediamente ci vuole un mese, un mese e mezzo per fare arrivare equipaggi (1.000-1.200 marittimi da tutto il mondo), provviste, ecc. Nello specifico, in questa operazione sono coinvolti oltre mille marittimi italiani che hanno l’opportunità di riprendere a lavorare. Abbiamo solamente bisogno dell’ok del governo che ci auguriamo possa arrivare con il Consiglio dei ministri del 31 luglio».
Cosa c’è in gioco?
«Speriamo che l’industria possa ripartire per metà agosto perché è davvero importante per il nostro Paese. L’economia del mare vale il 3% del nostro Pil, con un’occupazione tra diretti e indiretti di 900mila persone. Il dato eclatante è che l’anno scorso di questi tempi c’erano 45 navi da crociera che giravano nel Mediterraneo e la maggior parte toccava porti italiani. In questo momento sono zero. C’è un indotto a cui pensare che non si ferma agli agenti di viaggi e ai marittimi, ma coinvolge l’alimentare e le aziende fornitrici delle attrezzature di bordo».
La proroga delle misure anticontagio al 31 luglio è stata una doccia fredda?
«Più che altro speravamo che già in quell’occasione ci fosse la possibilità di avere la data del 15 agosto per la ripartenza delle crociere, invece la decisione è stata prorogata. Auspichiamo che arrivi a fine mese perché è una scelta che coinvolge migliaia di concittadini italiani e di lavoratori».
In che cosa consistono i nuovi protocolli per la sicurezza?
«Abbiamo lavorato molto in questi mesi allo sviluppo di un protocollo per garantire la salute dei crocieristi e degli equipaggi, approvato dall’Unione europea. La base sono gli Ue Healthy Gateways, che assieme al nostro team di esperti internazionali abbiamo addirittura arricchito. Obiettivo è che le persone salgano sane a bordo e lo restino durante il viaggio e al termine della crociera. Si tratta di un sistema molto complesso di controlli relativo a tutte le attività di bordo, a partire dal check in pre imbarco e che riguarda bar, ristoranti, palestre, escursioni, che verranno organizzate in maniera esclusiva per poter garantire la sicurezza degli ospiti anche a terra».
E per quanto riguarda la capacità delle due navi?
«Le immaginiamo con capacità di circa il 70%, ma quando sarà annunciato il protocollo ci saranno maggiori dettagli».
È possibile che una delle due navi tocchi solo porti italiani?
«Con le navi da crociere l’Italia ha tantissimi porti, il che rende più facile raggiungere l’imbarco anche con la propria auto privata e crea economia nelle città italiane. Il settore delle crociere più di altri dà la possibilità di riscoprire le città e le bellezze del nostro Paese. Esiste la possibilità di toccare solo porti italiani, ma non è la più probabile. Prevarranno gli scali domestici, ma è abbastanza certo che i governi stranieri diano il loro consenso all’arrivo delle navi».
Il dialogo con il governo prosegue con Confitarma e Assarmatori?
«Portiamo avanti il dialogo con tutti i canali istituzionali che utilizziamo, anche questi».
Avete adottato una strategia comune con Costa Crociere?
«Abbiamo molto chiara la nostra strategia. Sicuramente ci sono dei dialoghi comuni, considerando l’interesse che entrambe abbiamo nello stesso settore e per tutte le attività interconnesse. Ma preferisco parlare solo a nome della compagnia che rappresento».
Quali sono i rischi di una proroga dello stop?
«Dover posticipare ulteriormente tutte le decisioni; un ritardo negli investimenti, e non si tratta solo di armare o non armare le navi. Mi riferisco alle tante unità in costruzione nei cantieri italiani. Di fatto abbiamo commissionato 10 navi a Fincantieri. Questa situazione Covid ha portato per ora solo a un ritardo delle consegne, penso a Seashore prevista nel 2021. Vedo poi collegato anche un aspetto psicologico, oltre che operativo per gli agenti di viaggi. La nostra ripartenza significa anche, per 30mila agenti italiani, un’iniezione di fiducia, potendo finalmente avere qualcosa da poter ripromuovere ai loro clienti, visto lo stretto legame tra crociere e agenzie, un prodotto fortemente intermediato».
Com’è stato il dialogo con le agenzie in questi mesi?
«Estremamente proficuo, specialmente nella prima fase di lockdown con digitalizzazione, webinar e un livello di attenzione mai registrato prima su formazione e approfondimenti. Siamo molto soddisfatti di come la nostra relazione è andata avanti, con la gestione delle riprotezioni, dei voucher, la ripartenza della winter e della summer 2021. Oggi sarebbe però importante poter riparlare di navi che ripartono e di agenti a bordo assieme ai loro clienti».
Quando si potrà parlare davvero di ripresa?
«Con l’eventuale ok del Consiglio dei ministri del 31 luglio, se ci sarà, avremo già un momento importantissimo. E seguiremo con attenzione i prossimi mesi della ripartenza in sicurezza, dimostrando che si tratta di una vacanza qualitativamente straordinaria e che non verrà snaturata, ma assumerà caratteristiche positive. Rimettere in moto la macchina significa dare fiducia ad agenti e clienti e guardare alla stagione invernale con ottimismo. La summer 2021 nei numeri oggi è già positiva per tutte le compagnie di crociera, complice anche l’effetto voucher: sarà quello il momento di vera ripartenza del mercato, ma non bisogna aspettarla perché le crociere si prenotano in anticipo. Se riparte la macchina, già a ottobre-novembre vedremo la ripresa».
Come proseguono le prenotazioni per il 2021?
«Il 2021 sta andando fortissimo ed è la somma di tre aspetti: gli amanti delle crociere che non hanno potuto farle quest’anno; chi con il voucher ha posticipato alla prossima estate; l’aumento della nostra offerta con due navi in più che si traduce in un obbligo di crescita».
Come possiamo immaginare il futuro delle crociere?
«Lo immagino roseo: è una vacanza di successo, lo è stata nei passati 20 anni e lo sarà di nuovo nei prossimi 20. Adesso, come tutto il turismo, sta affrontando un momento di grande difficoltà. Ma le navi continueranno a essere costruite; aumenterà il numero dei crocieristi a livello mondiale; ci saranno nuove opzioni con l’aumento delle navi. Non più solo la canonica settimana, ma altre segmentazioni. Se dovessi fare una scommessa per i prossimi 15-20 anni, vedo un’industria che cresce a ritmi sostenuti».
Il piano industriale quindi è confermato.
«Assolutamente sì, il piano è confermato. Se ci fanno ripartire avremo una conferma in più».
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