Quello dei matrimoni esteri in Italia non è più un fenomeno di nicchia come veniva definito alcuni anni fa, ma sta assumendo i valori e il profilo di un segmento ad alta marginalità per tutta la filiera del turismo organizzato. Se negli ultimi due anni, secondo i dati a disposizione della piattaforma Buy Wedding in Italy, sono stati certificati quasi 600 matrimoni stranieri per un valore di circa 550 milioni di euro, per i prossimi anni gli introiti stimati sfioreranno 1 miliardo di euro.
Un business che coinvolgerà centinaia di operatori e soprattutto decine di categorie professionali diversificate – in totale 16 – tra cui studi fotografici a pasticcerie, catering specialist, film-maker, flower designer, truccatori, sarti e perfino consulenti musicali. Secondo Massimo Ferruzzi, amministratore unico della società di ricerche Jfc l’importanza economica del segmento è maggiore se analizziamo i secondi e terzi matrimoni celebrati con maggiori budget a disposizione rispetto alla prima cerimonia. Anche nel wedding, dunque, il fenomeno dei repeater – soprattutto di chi vuole celebrare alla grande le nozze d’argento – arricchisce il settore.
A livello organizzativo, l’industria dei matrimoni mette in moto meccanismi ad alto contenuto economico come fiere di settore dedicate agli sposi, viaggi di nozze, oggettistica, servizi, ristorazione e logistica. Un marketplace ad alto valore aggiunto dove il ruolo delle agenzie di viaggi può diventare decisivo, perché la specializzazione che si può maturare può essere investita in credibilità operativa agli occhi di partner esteri che si appoggiano sempre più a operatori locali esperti e qualificati sul territorio, per conoscere al meglio location e fornitori di servizi finalizzati al grande giorno.
L’altra priorità attiene all’organizzazione della filiera che gravita nel segmento. Come hanno avuto modo di evidenziare più volte gli adv specializzati, l’allestimento di un matrimonio è un processo molto complesso, che comprende moltitudini di operatori e attività da pianificare, ma al tempo stesso una preziosa opportunità per i territori e le aziende. Gli attori che vanno a interagire in questo segmento, soprattutto in Italia, vanno messi a sistema affinché tutta l’offerta locale, nella sua globalità di servizi e prodotti, possa realmente fare la sua parte nel mercato del destination wedding e andare a intercettare flussi sia B2B sia B2C.
Ad oggi, ad esempio, sappiamo che nella top list delle regioni o zone d’Italia più richieste spiccano la Lombardia (laghi), Veneto, Lazio, Toscana e Puglia. Come è stato recentemente enfatizzato, poi, quello del wedding è uno dei pochissimi segmenti dove difficilmente si può tenere la concorrenza dell’online, delle piattaforme tentacolari, semplicemente perché il consumer stesso, promesso sposo o sposa, nel pensare a uno dei momenti più importanti della sua vita, si rivolge a professionisti e pretende la perfezione in ogni dettaglio dell’evento. Ed è proprio su questa forte domanda di tailor made che operatori e agenzie di viaggi possono ritagliarsi il loro business. Ma ci vuole tanta professionalità e altrettanta specializzazione.