Mauritius vola nelle preferenze dei turisti italiani. Nei primi otto mesi dell’anno gli arrivi dal nostro Paese sono stati 24.070, +13,9% sul 2018, e l’Italia si conferma, così, il quarto mercato europeo per l’isola dell’Oceano Indiano, dopo Francia, Regno Unito e Germania, che però hanno registrato un rallentamento delle performance.
«L’anno è partito con qualche difficoltà per Mauritius – ha commentato Belinda Udhin, tourism promotion officer, incontrata a Ttg Travel Esperience – per cause fuori dal nostro controllo, come la Brexit in Gran Bretagna e la protesta dei gilet gialli in Francia, che hanno indubbiamente influito sugli arrivi, anche se le vendite ora si stanno riprendendo e abbiamo delle previsioni positive per i prossimi mesi».
I viaggi di nozze continuano a essere lo zoccolo duro degli arrivi, ma l’ente lavora per diversificare l’offerta e intercettare nuovi target per aumentare lo share del mercato italiano, che si attesta ancora su un contenuto 2,8% del totale degli arrivi, che nel 2018 sono stati circa un milione e 400mila.
«Essendo un’isola – continua Udhin – è ovvio che Mauritius sia una destinazione associata al mare, quindi molto ricercata dagli italiani per i viaggi di nozze, ma c’è molto di più oltre le spiagge. L’interno offre la possibilità di svolgere molte attività avventurose, valide anche per le famiglie con bambini, che sono benvenute nei nostri numerosi hotel children-friendly. Da non sottovalutare è anche il segmento Mice, con molti hotel che dispongono di spazi e attrezzature per meeting e congressi, ai quali si aggiunge il centro esposizioni che può ospitare 5000 persone».
L’arcipelago è anche una destinazione per golfisti, con 10 campi da golf di livello internazionale: molti si trovano all’interno dei resort e consentono ai golfisti di praticare il loro sport preferito mentre il resto della famiglia si gode la spiaggia e le altre facilities dell’hotel oppure fa escursioni.
Ed è proprio sulle escursioni e sulle esperienze che si possono vivere al di fuori dei resort, a contatto con la popolazione e con la ricca cultura locale, che punta l’attività di promozione. «Sono finiti i tempi dei tour del nord o del sud dell’isola, Mauritius è una destinazione da vivere fino in fondo. Per chi è appassionato di gastronomia abbiamo numerose table d’hôte dove si può mangiare con gli abitanti e gustare l’autentica cucina locale. Oppure si possono fare degustazioni di rum nelle numerose rhumerie», prosegue Udhin.
Per chi è interessato all’aspetto culturale, molto belle da visitare sono le case coloniali convertite in ristoranti o musei aperti al pubblico, oppure scoprire i due siti storici Patrimonio dell’Umanità Unesco. Uno è l’Aapravasi Ghat di Saint Louis, l’antico centro di raccolta degli immigrati che giungevano dall’India, l’altro è la montagna di Le Morne, simbolo della lotta degli schiavi per la libertà. A questi si aggiungono anche due espressioni del patrimonio culturale immateriale: la tipica danza Sega Tambour e il Geet-Gawai, una parola indiana che indica il rituale di preghiere, canti e balli che precede i matrimoni indiani.
«Insomma, siamo un bel mix di culture, ma soprattutto siamo famosi per la nostra ospitalità: Mauritius è una destinazione dove venire almeno una volta nella vita. Non solo per il mare, ma per combinare diverse attività che rendono la vacanza davvero memorabile», conclude Belinda Udhin.