by Giulia Di Camillo | 13 Luglio 2017 16:03
«Busitalia Fast, il nostro nuovo servizio di lunga percorrenza, è il vero competitor di Flixbus[1]». Parola di Renato Mazzoncini, amministratore delegato e direttore generale di Fs Italiane, che guarda alle prospettive di sviluppo dei collegamenti di long haul in bus con positività, nonostante il contesto normativo e regolatorio italiano abbia ancora necessità di essere ben definito e il confronto con l’Europa faccia emergere un gap non indifferente.
Basti pensare a Germania e Francia, dove il processo di liberalizzazione del mercato ha consentito l’ingresso nello scenario di nuovi operatori. In Italia, invece, proprio l’azienda tedesca di trasporto low cost Flixbus – è notizia di queste ore che potrà continuare a operare[2] – ha incontrato continui ostacoli legislativi e burocratici, in un gioco di contraddizioni che non ha fatto altro che rallentare una evoluzione anche tecnologica impossibile da bloccare.
Flessibilità, tariffe smart price per quei viaggiatori meno sensibili al tempo del viaggio, comfort, assistenza, sicurezza e wifi a bordo. Sono questi i valori assoluti di un mercato, quello dei collegamenti di long haul in bus, oggi in fortissima crescita con i volumi di domanda sempre più in incremento e una concorrenza tra gli operatori in grado di stimolare l’evoluzione di un settore forse un po’ «messo in secondo piano perché magari c’erano altre priorità», sottolinea Mazzoncini.
«La normativa va ristrutturata, considerando anche l’aspetto della sostenibilità. Dal 2020 – aggiunge Giuseppe Catalano, struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – in varie città europee, ad esempio, non potranno più entrare autobus diesel, di conseguenza bisogna organizzarsi e mirare anche a una programmazione, non facile, integrandosi con gli enti locali».
La competizione diretta nei collegamenti di lunga percorrenza con bus è possibile solo su tragitti che attraversino almeno tre regioni. Gli altri servizi restano invece di competenza delle Regioni e sono regolati come il resto del trasporto pubblico locale (Tpl). E in questo scenario si inserisce Busitalia Fast, che negli ultimi mesi ha fatto segnare un +20% di passeggeri trasportati. «Oggi siamo arrivati a fatturare circa 400 milioni di euro – commenta Stefano Rossi, ad di Busitalia – Ed entro il 2026 contiamo di arrivare ad almeno 1 miliardo e 800 milioni di euro».
Il tutto facendo leva su «mobilità integrata, internazionalizzazione e digitalizzaizone. Integrandoci nel mercato con massimi livelli di sostenibilità ambientale», chiude Mariella De Florio, ad di Busitalia Simet, società che controlla Busitalia Fast.
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