by Serena Martucci | 28 Febbraio 2020 7:00
«Niente da dire. Il business è fermo». È il commento sconsolato di Andrea Mele, presidente di Mappamondo Tour Operator. A margine della presentazione di Alula, la nuova destinazione turistica dell’Arabia Saudita, il manager del t.o. che ogni anno fa viaggiare milioni di italiani in ogni angolo del mondo, prova a tirare le somme e fare i conti con l’impatto dell’emergenza coronavirus.
«Il settore non ne uscirà indenne – spiega – Dobbiamo prepararci anche al peggio. Stiamo valutando anche dei contratti di solidarietà per uno o due mesi. Siamo costretti. Registriamo numerose cancellazioni e, soprattutto, pochissime richieste di preventivo. Qualcosa per il Centro America e il Pacifico ancora si muove, ma per il resto delle destinazioni è tutto fermo e non credo che ci possa essere una ripresa entro 15 o 20 giorni».
Il turismo è in ginocchio. I viaggiatori italiani, in alcuni Paesi, vengono bloccati in aeroporto, mentre in altri non si sa bene cosa succederà. «Con i nostri associati Astoi (Mele è vicepresidente, ndr) stiamo procedendo con policy comuni e dialogando con i vettori affinché applichino le stesse condizioni, ma la situazione è complessa. Regna la confusione, le risposte non sono univoche e noi abbiamo difficoltà con i clienti. Abbiamo chiesto dunque un incontro urgente con l’Unità di crisi della Farnesina per chiedere comunicazioni chiare rispetto a ciò che viene annunciato dai Paesi Esteri per non penalizzare ulteriormente il settore».
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