Overtourism, la ricetta Meloni:
«Attirare i big spender a Roma»
Selezionare i turisti. E puntare in alto. A quei viaggiatori con una maggiore capacità di spesa, attraverso la riqualificazione del sistema aeroportuale e il potenziamento dell’offerta ricettiva a 5 stelle. È l’obiettivo di Adriano Meloni, assessore al Turismo del Comune di Roma, anche per combattere l’ormai famoso overtourism. Il tema, tra l’altro, sarà al centro del dibattito al Bto di Firenze, il prossimo 30 novembre, nel panel “Cinque città italiane alle prese con overtourism”. All’incontro parteciperà lo stesso Meloni insieme ai suoi omologhi per Firenze (Anna Paola Concia), Napoli (Nino Daniele), Venezia (Paola Mar) e Milano (Isabella Menichini).
Tempo di bilanci: com’è andato il 2017?
«Direi più che positivo. Oltre all’incremento degli arrivi a Roma e delle presenze vicino al +3% – si supereranno i 14 milioni di pernottamenti dello scorso anno – abbiamo riscontrato una crescita analoga anche nella spesa turistica. Ed è questo, secondo me, il dato più rilevante, in quanto vuol dire che siamo riusciti a riconquistare quote di mercato nel turismo di lusso, a beneficio di tutto l’indotto che gravita intorno all’incoming».
Qual è stata la strategia per riprendersi quote luxury?
«Sicuramente gli investimenti nell’hôtellerie a cinque stelle. Gli alberghi di questa categoria, ma anche di lusso, sono passati da 36 a 41. In più, abbiamo riqualificato vari ambiti, come ad esempio l’area aeroportuale, e questo ha riportato molti viaggiatori d’alta gamma nella Capitale. Non a caso continueremo a dialogare con i grandi Gruppi alberghieri per aumentare ancora di più quella che è l’offerta ricettiva medio-alta».
Il grosso limite del turismo nella Capitale?
«Roma, più di altre destinazioni turistiche italiane, soffre di overtourism. Un turismo di massa che non genera né business, né introiti importanti. Siamo contrari a ogni forma di numero chiuso, perché questa è una città aperta a tutti, ma dobbiamo indirizzare meglio la domanda, intercettando sempre più il turismo di qualità che apprezza le nostre bellezze».
Quali sono oggi i punti deboli della città?
«In primis i trasporti, il congestionamento del traffico e la raccolta differenziata. Problemi endemici che riguardano anche i residenti. Operiamo in un contesto amministrativo complesso, con meccanismi delicati. Ci vuole tempo per risolvere questo tipo di problemi».
È fiducioso riguardo al futuro turistico di Roma?
«Assolutamente sì. Come le ho già accennato abbiamo registrato alcuni segnali significativi. Mi riferisco all’aumento degli alberghi di fascia medio-alta, all’apertura di nuovi collegamenti aerei e all’incremento delle frequenze dei voli di vettori stranieri soprattutto di lungo raggio. C’è poi la destagionalizzazione, che a mio parere funziona a meraviglia».
Come sono i rapporti con gli operatori?
«Continuiamo a dialogare periodicamente con tutti. Ascoltiamo e ci confrontiamo, cercando di trovare le soluzioni praticabili rispetto ai budget e alle oggettive difficoltà burocratico-amministrative. Ma ci vuole reciproca comprensione».
Parliamo della tassa di soggiorno: quale percentuale sarà investita quest’anno nel turismo?
«Come lo scorso anno il 5% dell’introito complessivo andrà direttamente a beneficio del settore turistico. Nello specifico si tratta di 3 milioni di euro impiegati per la promozione e altrettanti per l’accoglienza e l’assistenza ai turisti ospiti, con una riqualificazione dei punti di informazione e dei servizi rivolti al visitatore».