Passeranno da 30 a 24 gli aeromobili di Ryanair basati a Dublino il prossimo inverno. Non si è fatta attendere la risposta di Michael O’Leary al primo sciopero dei dipendenti della compagnia sul suolo irlandese dello scorso 12 luglio. La flotta del vettore basata all’aeroporto della capitale irlandese verrà ridotta di un quinto, con la conseguenza che dal 28 ottobre 2018 circa 100 piloti e 200 membri di equipaggio – a tutti è stata inviata una missiva contenente l’avvertimento – potrebbero non rientrare più nei pani della compagnia.
Immediata la replica del sindacato Forsa, che definito la mossa come «provocatoria» ed ha annunciato un quarto giorno di scioperi il prossimo 3 agosto. Con quest’ultima decisione, quindi, la battaglia senza esclusione di colpi in corso tra Ryanair e le organizzazioni sindacali di mezza Europa si arricchisce di una nuova puntata, dopo che le ultime settimane hanno visto astensioni dal lavoro e voli cancellati – in questi giorni più di 600 – in Spagna, Portogallo, Belgio, Italia e Irlanda proprio durante il periodo di picco dell’estate.
Approfondimento: Ryanair cancella oltre 600 voli in due giorni
Il motivo è semplice: dopo tre decenni in cui la creatura di Michael O’Leary si è rifiutata di riconoscere le sigle sindacali, puntando tutto su un modello di business no frills anche sul fronte delle relazioni industriali, adesso è venuto il momento di fare i conti con situazioni che le major si trovano a dover affrontare da anni.
Intanto, dopo l’annuncio della compagnia di voler rivedere il numero di aerei presenti a Dublino, in Borsa il titolo è cresciuto del 4,3% dando credito a quanto detto dal big boss di non volersi sottomettere a «richieste irragionevoli». Gli scioperi annunciati saranno confermati fino a quando Ryanair non aprirà una negoziazione in “buona fede”, hanno risposto i sindacati di Forsa per tutta risposta.