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Mercato alberghiero, boom in Italia: investimenti per 1,4 miliardi

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Nonostante le tensioni geopolitiche, l’aumento dei tassi di interesse e una conseguente adozione di strategie allocative cautelative con una diffusa compressione dei volumi di investimento immobiliare a livello mondiale, il settore alberghiero mostra una buona tenuta.

Nel 2023, gli investimenti in Europa nel comparto hanno raggiunto i 16 miliardi di euro, con una crescita dell’8,5% rispetto al 2022. In Italia, gli investimenti sono stati pari a 1,4 miliardi di euro, con un calo rispetto all’anno precedente ma con una buona dinamicità nel mercato.

Sono questi alcuni dei dati che emergono dal Rapporto 2024 sul mercato immobiliare alberghiero, presentato nel corso di Hospitality Forum 2024, organizzato a Milano da Castello Sgr (uno dei più importanti investitori in questo segmento) e Scenari Immobiliari.

Nel corso del 2023 le circa 1.400 operazioni registrate a livello mondiale sul mercato immobiliare alberghiero, hanno portato gli investimenti sul comparto a superare i 47 miliardi di euro, un buon risultato se paragonato alle altre asset class, nonostante il calo del 35% rispetto ai quasi 72 miliardi del 2022, non solo a causa dal valore medio delle transazioni (inferiore ai 35 milioni di euro e poche compravendite di portafogli) ma per motivi collegati al credito, alla complessa congiuntura finanziaria, politica ed economica globale.

In Europa, dove la domanda alberghiera del 2023 ha consolidato i trend di crescita del biennio precedente, il mercato immobiliare è risultato eterogeneo dal punto di vista localizzativo, con investimenti prossimi a 16 miliardi di euro (più 8,5% circa rispetto ai quasi 15 del 2022), e una stima al rialzo anche nel 2024, grazie alla riduzione dei costi di finanziamento e al conseguente miglioramento della sostenibilità economica e finanziaria del debito. In Italia gli investimenti nel comparto alberghiero hanno toccato quota 1,4 miliardi di euro nel 2023 (in calo rispetto agli 1,7 del 2022), mostrando una buona dinamicità, con un discreto numero di transazioni nella prima parte dell’anno e un numero elevato di camere coinvolte negli scambi.

«Nel 2023, la domanda alberghiera in Europa ha confermato e consolidato i trend di crescita che hanno caratterizzato il biennio precedente e che hanno permesso di superare di circa il 5% il numero di presenze raggiunto nel 2019 – afferma Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari – Il progressivo ritorno degli investitori internazionali, asiatici e mediorientali, ha sostenuto i flussi di investimento insieme a importanti attività che hanno coinvolto portafogli immobiliari e rappresentato più del 30% del volume complessivo. I 16 miliardi di euro di investimenti in Europa sono stati trainati dalla crescita dei principali indicatori di mercato, dalla volontà di rifinanziamento dei portafogli immobiliari e di impiego dei capitali da parte degli operatori del settore e da un ultimo trimestre migliore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una concentrazione delle allocazioni durante la seconda metà dell’anno».

Per quanto riguarda l’Italia, prosegue, «il 2023 ha rafforzato la crescita di interesse degli investitori nei confronti degli asset e delle location in grado di attirare flussi di domanda alla ricerca di un’offerta resort, arrivati a rappresentare più del 40% del volume complessivo. Le previsioni per il settore alberghiero italiano rimangono ottimistiche, con un incremento dell’offerta contenuto dal punto di vista quantitativo ma importante per quanto riguarda la qualità delle nuove strutture e riaperture, con ricadute positive sul comparto immobiliare».

Giampiero Schiavo, amministratore delegato di Castello Sgr, commenta: «In un contesto globale ricco di incognite, il mercato immobiliare alberghiero fa registrare, in termini di investimenti, un risultato migliore delle altre asset class. Questo dato, insieme alle stime al rialzo per il fatturato europeo nel 2024, conferma l’interesse degli investitori per un comparto che, in Italia, beneficia di ottime prospettive di crescita grazie alla forte domanda da parte dei turisti di tutto il mondo. A livello di strutture, però, occorre una profonda innovazione del patrimonio immobiliare, a partire dagli hotel per la clientela di fascia più alta, particolarmente richiesti in uno dei Paesi che vanta più destinazioni di alta gamma in Europa».

In Europa il mercato immobiliare alberghiero è rimasto sostanzialmente stabile, chiudendo il 2023 con un fatturato di 19,5 miliardi di euro (20,5 nel 2022) bloccato dall’aumento dei costi e dalle crescenti preoccupazioni geopolitiche: per l’anno in corso si prevede un valore di 25, con un aumento di quasi il 30% sul 2023.

Anche l’Italia ha registrato una contrazione del fatturato immobiliare del comparto alberghiero, passato dai 3,5 miliardi di euro del 2022 ai tre miliardi di euro del 2023, con un calo del 14% circa. Tuttavia, le performance mostrate da investimenti e fatturato immobiliare nel 2023, possono essere considerate positive se analizzate nel contesto geopolitico, economico e sociale all’interno del quale sono maturate, nonostante allontanino il comparto alberghiero italiano dai livelli raggiunti nel 2019 (3,4 miliardi di euro di capitali allocati e 3,5 miliardi di euro di fatturato).

Le allocazioni, nel corso degli ultimi 18 mesi (gennaio 2023- giugno 2024) hanno interessato poco meno di 75 strutture ricettive, di cui quasi il 20% cinque stelle, più del 40% quattro stelle e poco più di un terzo tre stelle. Solo nel corso del 2023 gli investimenti hanno interessato più di 5.800 camere.

A livello nazionale il tasso di occupazione delle camere è risultato ancora in crescita e superiore al 60%, superando finalmente le performance registrate nel 2019, e con molte delle principali città della Penisola sopra il 60% e con alcune di queste (Como, Pesaro, Pescara, Rimini, Roma) ben al di sopra dell’80%.

Nel 2023 il volume di operazioni svolte da investitori nazionali, come poche volte successo in passato, hanno superato quello riconducibile a investitori internazionali provenienti in prevalenza da Francia e Regno Unito e per circa un quarto da Paesi extra-europei. I profili dei principali investitori del mercato alberghiero italiano sono quelli dei family office, degli operatori alberghieri e dei private equity, i primi due rappresentano la componente maggioritaria degli attori nazionali.

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