by Redazione | 18 Dicembre 2020 6:29
Anche il mercato automobilistico soffre sotto i colpi delle ripercussioni della pandemia. Il 2020, così come raccontato dalle stime presentate alla stampa da Gian Primo Quagliano e il Centro Studi Promotor, si chiuderà con un calo di circa il 28% delle immatricolazioni, che si attesteranno intorno alle 1.380.000 unità.
Per risollevare le sorti del mercato, però, Gian Primo Quagliano sottolinea l’importanza dei possibili nuovi incentivi auto inseriti nella manovra di Bilancio, come ad esempio quelli previsti per i veicoli elettrici e ibridi e di ultima generazione.
«Ma sul 2021 vanno considerate anche le incognite legate alla pandemia – continua Quagliano – Oltre agli incentivi, l’andamento del virus con il rischio di una terza ondata influirà sulle immatricolazioni che alla fine del prossimo anno potrebbero collocarsi tra 1.435.000 e 1.735.000 unità. L’obiettivo che il Paese deve porsi è quello di recuperare già nel 2022 un livello vicino alla media degli anni che hanno preceduto il grande crollo iniziato nel 2008. Quanto al Recovery Fund, questo è un treno da non perdere anche per l’automotive».
Per l’auto il calo delle immatricolazioni tra il 2007 e il 2019 era ancora del 23,1%. Con il Covid il quadro si è aggravato drasticamente. «Ritornare ai livelli ante-crisi è la parola d’ordine, che apre la strada per eliminare l’anomalia di un Paese come l’Italia che, non solo non cresce, ma che per via di un parco circolante di autovetture vecchio ha anche il tasso di mortalità da incidente stradale più alto tra quello dei maggiori Paesi europei: 55 morti per milione di abitante nel 2019, contro i 51 della media europea, i 48 della Francia, i 37 della Germania, i 36 della Spagna e i 28 del Regno Unito», conclude Quagliano.
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