È solo questione di settimane. Un po’ tutti lo ripetono al Mitt di Mosca. E anche se la data di ripresa dei voli tra Russia ed Egitto continua a essere spostata in avanti nel tempo (prima doveva essere febbraio, adesso si parla dell’inizio di aprile con l’entrata in vigore dell’orario estivo), l’estate 2018 vedrà finalmente la ripresa dei flussi turistici dalla Federazione Russa dopo che, come si ricorderà, i collegamenti tra i due Paesi erano stati sospesi nel novembre 2015.
Ad aprire le danze, ovviamente, saranno Aeroflot ed EgyptAir (il vettore egiziano, nonostante abbia fornito a fine febbraio tutta la documentazione che deovrebbe attestare la sicurezza dei suoi voli, è ancora in attesa di ottenere il permesso necessario da parte dell’Agenzia Federale Russo per l’Aviazione), con i voli diretti tra Mosca e Il Cairo, seguiti a ruota da quelli charter operati dai principali tour operator russi. Tra i Paesi che hanno beneficiato della chiusura del mercato egiziano, c’è sicuramente la Turchia, che dopo la ripresa dello scorso anno potrebbe però registrare un rallentamento dei tassi di crescita.
“L’aumento significativo della domanda proveniente da diversi Paesi europei per la Turchia sta lentamente spingendo verso l’alto i prezzi delle vacanze anche del 15% – ha sottolineato recentemente il portale Travel Russia News – Questo significa che i turisti russi potrebbero rivolgersi altrove nella scelta delle loro mete per la prossima estate”.
Tra le destinazioni alternative, in prima fila ci sarebbero Cipro (al secondo posto tra le scelte outbound dei turisti russi per Rosstat, con 738mila turisti nel periodo gennaio-settembre 2017) e soprattutto la Grecia, entrambe mete low cost, con il Paese ellenico pronto quest’anno a raccogliere i risultati di una campagna di marketing condotta in partnership con un centinaio di t.o. europei (il budget per la Russia ha superato gli 800mila euro, contro i 2,7 milioni del Regno Unito, i 505mila della Germania e i 260mila della Francia) per promuovere la meta in giro per il vecchio continente. Per quanto riguarda la Russia in particolare, gli operatori coinvolti sono stati una decina, per un movimento di turisti che nel 2017 è stato vicino ai 900mila viaggiatori russi.
E l’Italia? Se secondo le stime di Bankitalia, nel 2016 i visitatori russi nel nostro Paese sono stati 876mila, il 5,3% in più rispetto al 2015, le buone notizie arrivano dall’immagine che lo Stivale si è conquistato su social e non solo (gli utenti internet della Federazione sono stimati in quasi 104 milioni di persone, dato che fa della Russia il Paese europeo con il maggior numero totale di accessi alla rete).
Ma il dato più importante – rivelava esattamente un anno fa la sede Enit di Mosca – è che «i russi sono tra i viaggiatori extraeuropei quelli con la più alta permanenza media in Italia, con 3,7 giorni circa, mentre la loro spesa media procapite giornaliera è aumentata dai 113 euro nel 2015 a 167 euro nel 2016».
E non è tutto, perché fra gli stranieri che visitano il Belpaese, il turista russo è di gran lunga il più soddisfatto dell’ultimo viaggio effettuato in Italia. «I nostri dati ci parlano di un viaggiatore con un’età compresa fra i 35 e 55 anni (più della metà è un repeater), che ama la novità, prenota la vacanza all’ultimo momento, è interessato ai prodotti di nicchia e viaggia soprattutto in estate».