È servito il Global Summit del Wttc, a Siviglia, per scoperchiare il vaso di Pandora della questione messicana. In un’intervista esclusiva a Travel Weekly, l’ex presidente del Paese Felipe Calderón, pur esprimendo «rispetto» nei confronti dell’attuale presidente Andrés Manuel López Obrador, lo ha invitato a «riflettere» sull’importanza del turismo nell’economia locale e a «rivedere» la sua decisione di tagliare i fondi al Mexico Tourism Board, chiudendo i suoi uffici all’estero, compreso quello italiano guidato da Sarina Alvarez.
Calderón ha anche contestato lo stop ai lavori per il nuovo aeroporto di Città del Messico e la realizzazione del cosiddetto Treno Maya, tra i principali archeologici della penisola.
L’ex presidente ha ammesso di aver compreso, nel corso del suo mandato, il valore degli investimenti nel turismo per l’economia messicana e per la creazione di posti di lavoro.
«È necessaria molta promozione. Il mondo ha bisogno di sapere con precisione cosa il Messico può offrire», ha detto Calderón a Travel Weekly.
Altro tasto dolente, la costruzione a metà dell’aeroporto della capitale. «È incredibile che la realizzazione dello scalo, già completa al 40%, sia stata arrestata. Si tratta di un enorme quantità di denaro già investito e ora andato in fumo», ha dichiarato l’ex leader politico, la cui speranza è che il governo riconsideri le proprie decisioni e prosegua nel progetto.
Grossi dubbi, infine, sul Treno Maya: tanto da punto di vista finanziario, quanto sull’infrastruttura in sé. Calderón ha dichiarato di avere «serie preoccupazioni riguardo all’impatto ambientale di un simile progetto», che nel suo lunghissimo percorso attraverserà diverse riserve naturali.