Il 2022 – anno della Gastronomia Yucateca – non poteva che essere celebrato a Roma con un evento accompagnato dall’assaggio (abbondante) di una delle specialità più rinomate della cucina dello Stato messicano, le uova “Motulenos”, colazione tipica. Anfitrione dell’evento l’ambasciatore Carlos García de Alba, che ha accompagnato la giovane e preparatissima ministra del turismo dello Yucatán, Michelle Friedman.
«Lo Yucatán – ha introdotto l’ambasciatore – non è uno stato geograficamente molto grande, ma non manca nulla. Pur essendo un territorio ridotto, infatti, è capace di proporre ogni tipo di bellezza e di attrazione, con la sua antichissima storia, una geografia variegata, magnifiche città coloniali – tra cui la capitale Mèrida – e le numerose testimonianze delle origini Maya. E che dire della gastronomia, ricca e saporita e delle bevande. E poi c’è la gente. Calda, affettuosa, appassionata, anche nell’essere ospitale. A facilitare, inoltre, gli scambi turistici c’è il governo messicano, molto aperto alle esigenze dei turisti e degli imprenditori che vogliono investire. Messico e Italia, insieme, contano 190 milioni di persone, e gli italiani che vanno in Messico ogni anno sono circa 180.000. Non è niente, è un numero bassissimo rispetto alle potenzialità di entrambi i Paesi. Vuol dire che non siamo stati capaci di promuoverci a vicenda. Per questo è importante la promozione che la ministra Friedman sta facendo in giro per l’Europa».
Perché scegliere lo Yucatán
«Il Messico è sicuramente uno dei più ricchi e meravigliosi Paesi del mondo e io sono onorata di conoscerlo in ogni suo angolo – ha affermato Michelle Friedman – Sono orgogliosa di avere l’opportunità di presentare un pezzetto del Messico, lo Yucatán, affinché sempre più italiani lo conoscano e decidano di venirci a trovare».
La ministra ha sottolineato come lo Yucatán sia una realtà completamente differente da altre proposte messicane, forse più frequentate dai turisti: «È importante che i viaggiatori si rendano conto che l’intero Stato non è la stessa cosa della penisola dello Yucatán. È un errore molto frequente e la nostra sfida è proprio far conoscere il nostro Stato, una regione di cui ci si innamora profondamente e fare in modo che i viaggiatori sappiano esattamente dove siamo e cosa offriamo, cosa possono trovare e dove possono soggiornare senza fare – come spesso accade – su e giù con gli stati confinanti per venire ad ammirare le nostre meraviglie».
Continua la ministra: «È importante sapere che noi siamo lo stato più sicuro di tutto il Messico. Sono cosciente di quella che è l’opinione comune sul nostro Paese e delle notizie diffuse dai media sulla violenza. Molte notizie sono tristemente reali, molte, però, non lo sono. E posso affermare con tranquillità che lo Yucatán è il posto giusto per viaggiare in tutta tranquillità. I nostri livelli di sicurezza, infatti, sono paragonabili a quelli svedesi».
«Inoltre, anche noi abbiamo le spiagge – ha proseguito la ministra – Ci prodighiamo tanto per promuovere il turismo culturale, gastronomico e archeologico. La differenza con tanti altri posti è che le nostre spiagge invece di avere centinaia di strutture alberghiere e resort superlusso hanno delle vedute straordinarie sui fenicotteri. Da non dimenticare che abbiamo uno dei migliori climi possibili. Noi diciamo scherzando che “abbiamo due tipi di climi nello Yucatán: caldo o molto caldo”. Inoltre stiamo accogliendo sempre più navi da crociera e stiamo rafforzando le relazioni con le compagnie italiane per incrementare la loro presenza. Nel 2019 avevamo raggiunto dei livelli di scambio altissimi con Msc, per esempio».
Tutto merito del meteorite
Per Friedman, poi, l’eredità storico-culturale e naturale del Paese ha una genesi particolare ed unica. «Ci sono molte mete turistiche belle come lo Yucatán, ma nessuna può competere con le nostre ricchezze, a partire dalla storia. Quando 66 milioni di anni fa cadde il meteorite che causò l’estinzione dei dinosauri e diede origine al mondo come noi lo conosciamo, questo meteorite cadde proprio nello Yucatán. Immaginate quanta cultura, quante specie, quanta storia è passata da qui. È un mosaico di culture, architetture, tradizioni, gastronomie e tutte si trovano e si fondono nella nostra terra».
«È fondamentale, poi, la presenza, ancora molto viva, della cultura Maya, di cui noi siamo la culla e che coesiste con la contemporaneità e che si può ammirare in ben 18 siti archeologici, di cui il più noto è Chichen Itza – rimarca la ministra – A causa della caduta del meteorite inoltre, si sono formati oltre 6.000 cenotes, le piscine naturali dove si può nuotare, fare immersioni e andare alla scoperta della biodiversità».
«Le infrastrutture sono perfettamente adatte ad accogliere i visitatori che vogliono scoprire il Paese in sicurezza e in comodità, sia dal punto di vista dell’ospitalità, con hotel autentici e sostenibili, che delle strade che ci permettono di visitare da cima a fondo tutto il paese senza problema che di tutti i servizi possibili».
Il nodo connettività
Per quanto riguarda i trasporti per raggiungere lo Stato dello Yucatán, Friedman ribadisce che «siamo vicini sia all’aeroporto di Città del Messico, circa un’ora e mezzo di macchina, sia di Cancún, circa quaranta minuti. Abbiamo un’interessante connettività aerea internazionale attraverso gli Stati Uniti, con voli diretti da Houston, Dallas, Miami, Toronto (Canada) e abbiamo incrementato la connessione con voli nazionali. È naturale che il turista italiano che ha fatto tante ore di volo per raggiungere il Messico voglia essere facilitato nel muoversi verso altre località del Paese».
«Sappiamo che in questo periodo con l’Italia ci sono grandi problemi di connessione con il Messico – ha aggiunto l’ambasciatore – L’industria aerea in questo momento sta affrontando delle sfide e dei cambiamenti importanti, ma sia Città del Messico che Cancùn possono vantare dei voli quotidiani con alcune delle più grandi città europee. Fortunatamente c’è la compagnia del Gruppo Alpitour, Neos, che sta volando da Milano a Cancùn con uno scalo a L’Avana. La questione dei voli diretti dall’Italia al Messico è un problema aperto da molti anni. Né la compagnia di bandiera messicana né l’allora Alitalia e oggi Ita Airways sono state capaci di risolverlo. Probabilmente questa è una delle motivazioni per cui, nonostante le grandi potenzialità di entrambi i Paesi, ancora lo scambio turistico tra Messico e Italia ha dei numeri bassi. Come ambasciata stiamo lavorando alacremente su questo fronte valutando diverse possibilità in particolare con altre compagnie estere, amiche sia dell’Italia che del Messico. Sono convinto che con un collegamento aereo più diretto i numeri aumenterebbero enormemente da entrambe le parti».
2022, anno della gastronomia Yucateca
Vista la grande varietà di proposte, quindi, l’ente di promozione dello Stato ha deciso di riattivare un progetto che aveva prima del Covid e che si chiama 365 giorni in Yucatán, in cui vuole proporre per ogni giorno dell’anno un’esperienza.
«Oggi siamo nella seconda fase del progetto, che si chiama 365 sapori dello Yucatán. Lo Stato offre infatti esperienze culinarie uniche con piccoli ristoranti che accolgono gli ospiti e gli rivelano il segreto degli ingredienti del posto, fino alla cucina d’autore di alta qualità, chef premiati a livello internazionale e angoli intimi di lusso. In questo periodo, sia le autorità regionali che i ristoratori hanno deciso di rivelare i segreti gastronomici dello Yucatán e di portare la gastronomia locale ad essere il fulcro dello sviluppo turistico. Questo 2022, l’anno della Gastronomia Yucateca, sono state aperte nuove mete turistiche, mercati e altri prodotti turistici legati alla gastronomia in cui si offrono ai visitatori degustazioni culinarie e lezioni di cucina tradizionale», ha ricordato Friedman.
La storia antichissima dello Stato si trova anche nella cucina: i maya, ad esempio, non conoscevano il grano, ma mostrarono agli spagnoli le possibilità del mais. Poco più di 500 anni dopo, uno dei piatti più simbolici dello Yucatán, la Cochinita Pibil, si prepara con carne di maiale, proveniente dall’Europa, condita con achiote e si accompagna con fagioli neri, peperoncino habanero, limone e tortillas; tutti ingredienti “autoctoni”.
«Quando arrivarono nella penisola, gli spagnoli sostituirono il pane e i prodotti fatti con il grano con i tamales, impararono a mangiare peperoncino, pasta di semi di zucca e salsa di pomodoro. Poco a poco, la gastronomia si trasformò in un amalgama di ingredienti che i cuochi maya hanno continuato a perfezionare fino a diventare vere prelibatezze – conclude Friedman – Quest’anno, poi, si celebra il decimo anniversario di un prestigioso evento culinario: la premiazione dei migliori 50 ristoranti dell’America Latina (50 Best Restaurants), che si svolgerà a novembre a Merida, la città bianca. Fra i vari eventi di questo dedicato alla Gastronomia Yucateca ci saranno esperienze nei ristoranti con degustazioni speciali; il primo Festival del Taco, il Festival del Ceviche, aguachile e frutti di mare; il Festival del Miele, quello dei Semi e Spezie, quello del Queso de Bola (Formaggio Palla) e del Cocco e la Fiera del gelato quella del Mais, del peperoncino e del cacao».