Mibact: “Il Piano Straordinario per il turismo si farà”
Prime conferme sulle voci di un Piano Straordinario per il turismo: si farà e sarà trasversale, considerando tutte le figure che operano nella filiera. Lo ha ventilato il direttore generale del Mibact, Flaminia Santarelli, intervenendo alla 19ª edizione delle Giornate del Turismo, svolta in streaming con il coordinamento del professor Francesco Adamo e promossa da Geopress Onlus e dalla Università degli Studi del Piemonte Orientale.
«Ripartendo dai tre pilastri del Piano Strategico per il Turismo, ovvero sostenibilità, innovazione e accessibilità – ha detto Santarelli – dovremo metter mano a un Piano Straordinario che coniughi anche le tre nuove istanze emerse dall’emergenza Covid, ovvero sicurezza sanitaria, consapevolezza dell’ospite e flessibilità dell’offerta. Vogliamo lavorare a un progetto di rilancio insieme alle associazioni di categoria, come è stato stato fatto con il Pst, così come appronteremo nell’immediato futuro, un Piano di Promozione 2021 che ponga al centro il rilancio di tutte le attività turistiche, ponendoci tutti domande essenziali su quali tipi di turismi avremo nel post Covid, su quali priorità lavorare per allestire adeguati servizi turistici e come attrezzare il territorio. Contestualmente predisporremo tutti gli aiuti necessari alle varie realtà della filiera, partendo dalle loro richieste, e quindi esaminando ed evadendo le 8mila istanze di contributi (su circa 12mila imprese che ci risultano operanti sul territorio) che abbiamo finora ricevuto solo dal comparto dei t.o. e delle adv».
Le anticipazioni del rappresentante del governo sono seguite alle sollecitazioni giunte dalle varie associazioni di categoria intervenute al forum delle Giornate del Turismo. A partire da quella di Alberto Corti, coordinatore di Confturismo, che ha esplicitamente chiesto al Mibact di «condividere con le associazioni, in forma aggregata e nel pieno rispetto della privacy, l’enorme mole di dati che il ministero ha raccolto in emergenza Covid, in merito alle varie imprese turistiche colpite dalla crisi. E questo per focalizzare ogni comparto e agire a loro sostegno. Ad esempio, nel solo settore del tour operating e delle agenzie di viaggi – ha sottolineato Corti – nel primo semestre le perdite di fatturato hanno raggiunto i 7,5 miliardi di euro e non è esagerato pensare che a fine anno queste perdite arriveranno a toccare quota 15 miliardi».
Così come son ben delineate e condivise dalle varie sigle le misure indispensabili nell’immediato futuro per l’intero comparto, come ha evidenziato Vittorio Messina, presidente Assoturismo: «Il Piano Straordinario dovrà essere ben calibrato e contenere alcuni urgenti provvedimenti, quali il riallineamento delle aliquote Iva, un costo del lavoro equiparato a quello di altri Paesi competitor turistici, il varo di un programma di formazione d’eccellenza per la riqualificazione delle figure che operano nel settore. E questo perché, se è vero quello che dice il ministro Dario Franceschini, finita l’emergenza ci sarà una ripresa poderosa del turismo, dovremo essere pronti a fare la nostra parte non solo con un’offerta ad alta flessibilità, ma anche con una sostenibilità economica delle nostre imprese».
Gli ha fatto poi eco Marina Lalli, presidente di Federturismo, che ha precisato come «ci aspettano due sfide davvero impegnative: la prima è la sopravvivenza delle imprese turistiche, la seconda è una pianificazione mirata e condivisa della nostra offerta che tenga conto dei cambiamenti che ci saranno nella fruizione della vacanza. Ci saranno, infatti, nuove esigenze nella mobilità, si svilupperà il turismo lento e avremo a disposizione sicuramente meno voli (offerta aerea) con pacchetti concentrati, almeno nei primi due anni, sulla destinazione Italia».
In linea con queste strategie anche Cristiano Tomei, coordinatore nazionale della Cna – Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, che ha avvertito: «Dobbiamo lavorare subito alla riqualificazione del nostro turismo, puntando su formazione professionale e restyling ricettivo, con nuove offerte da ideare che mettano in connessione varie aree del Paese, da nord a sud, alle isole».
E Vincenzo Santoro, responsabile turismo dell’Anci, ha aggiunto: «In questa prima fase, la parola d’ordine è resilienza per tutte le imprese. Nel momento successivo dovremo anche pensare a un adeguato sostegno alla domanda turistica interna, stimolare nuovi flussi di turisti italiani per garantire una prima ripresa del settore, tenendo conto che, ad esempio, in tale ottica i borghi saranno un asset strategico per il quale il governo dovrà pensare ad adeguate misure di sostegno soprattutto per le piccole e medie imprese dell’ospitalità».
E a proposito della destinazione Italia, che sicuramente dominerà la scena del nostro mercato turistico 2021 e anche 2022, il professor Adamo ha ricordato che «occorre una volta per tutte investire nel modello dei distretti turistici, con politiche di sviluppo territoriale che non dovranno essere più settoriali, ma coinvolgere tutti, ma proprio tutti, gli operatori che gestiscono i vari servizi turistici e della mobilità. E questo perché sono convinto che del nuovo boom di viaggi e vacanze, che avverrà nel dopo Covid, a beneficiarne saranno soltanto quelle destinazioni italiane che si saranno organizzate partendo dal territorio, coordinando a livello subregionale e locale la filiera turistica e i settori che gravitano intorno a essa, come i trasporti, l’artigianato e altro ancora».