by Redazione | 4 Gennaio 2021 7:40
È di 11 miliardi di euro il valore delle misure varate dal governo per i settori del turismo e della cultura: è quanto risulta dal bilancio ufficiale del Mibact stilato a fine anno e predisposto per il consuntivo dell’esecutivo.
Una cifra che, in qualunque altro momento, sarebbe sembrata importante, ma in un anno catastrofico per il settore come quello che abbiamo vissuto appare davvero insufficienti, se si considera anhe che questi 11 miliardi non riguardano solo il turismo.
A questo proposito interviene Confindustria Alberghi, sottolineando come i soli hotel hanno subito nel 2020 una perdita superiore ai 17 miliardi rispetto all’anno precedente. E le misure disposte, “tutte certamente importanti, con il protrarsi e aggravarsi della crisi sono diventate inadeguate”.
Il fondo perduto ha portato ad alberghi e terme 450 milioni, a fronte degli oltre 17 miliari di perdite. “Le misure su Imu e affitti – spiega l’associazione – se non viene risolto a Bruxelles il problema degli aiuti di stato, resteranno inutilizzate e molte aziende anche medie e piccole, non potranno usufruirne neppure per i periodi già disposti o peggio saranno costrette alla restituzione”.
E ancora: “Il Bonus Vacanze è rimasto purtroppo in molta parte inutilizzato e certamente il reimpiego delle risorse residue è molto importante, ma è necessario che arrivi subito; il tax credit riqualificazione rischia di rimanere sulla carta, se alle aziende non vengono dati strumenti per sopravvivere. Tutto questo quando abbiamo davanti altri mesi di fermo e vediamo gli altri Paesi europei distribuire aiuti al settore alberghiero ben più rilevanti e significativi”.
Al ministro Dario Franceschini, Confindustria Alberghi chiede “un deciso scatto in avanti. Gli aiuti non possono inseguire la crisi, serve un piano per i prossimi mesi che disegni un percorso al fianco delle imprese e dei lavoratori del settore, per salvare il settore alberghiero e il turismo italiano. Prima di tutto un supplemento di impegno a Bruxelles per risolvere il problema degli aiuti di Stato e scongiurare in via definitiva il rischio di restituzioni, e misure proporzionali alle reali esigenze del settore”.
“Servono interventi – conclude la nota – che mettano le nostre aziende a riparo dal default e ci permettano di arrivare alla fine di questa traversata, come lui stesso dice, vivi e capaci di competere e di tornare a portare valore al Paese”.
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