Mice, monta la protesta: «Le linee guida paralizzano il settore»
Il settore dei congressi e degli eventi aziendali ha lanciato l’ennesimo allarme rosso: le linee guida per la riapertura delle attività economiche e sociali, recepite in un’ordinanza del ministro Roberto Speranza in via di pubblicazione, rischiano di paralizzare un settore che, dopo oltre un anno di chiusura, stava iniziando con fatica a ripartire.
«Le nuove linee guida stanno creando grandissima preoccupazione nel settore alberghiero. Da sempre gli alberghi sono tra le location preferite per l’organizzazione di convegni e di congressi, e ora si rischia di creare incertezze tali da bloccare completamente questa attività», ha dichiarato Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.
Se da un lato, infatti, viene superato il vincolo del distanziamento che ad oggi ha regolamentato l’attività congressuale, dall’altro «si affida a un non meglio precisato “confronto” tra l’organizzatore e le autorità sanitarie locali l’individuazione di volta in volta del numero massimo dei partecipanti. Un aspetto questo che in assenza di parametri oggettivi di riferimento apre la strada a una sorta di Far West del settore», ha aggiunto Colaiacovo.
Secondo la presidente di Confindustria Alberghi si tratta di un «percorso di incertezze che condizionerà tutta l’attività congressuale e convegnistica, peraltro proprio riguardo a un aspetto che in sé non presenta particolari complessità. Tutti gli spazi infatti sono autorizzati per legge, alla luce delle caratteristiche strutturali, a un massimo di capienza correlata agli utilizzi. Se questa non si ritiene possa essere portata al 100% è comunque necessario che vengano individuati criteri chiari e oggettivi di valutazione comuni su tutto il territorio, che permettano ex ante di valutare la capienza in fase Covid».
«Per non parlare poi dell’assegnazione dei congressi a livello internazionale, dove evidentemente non possiamo permetterci incertezze nella determinazione degli spazi e delle relative capienze – ha concluso Colaiacovo – Crediamo che sia indispensabile e urgente un chiarimento per evitare che già nelle prossime ore tutta l’attività di convegni e congressi rischi di essere bloccata».
«Abbiamo chiesto a gran voce la fine del distanziamento ma ora che l’abbiamo ottenuta si apre uno scenario di confusione che genera difficoltà organizzative. Non possiamo permetterci di lavorare non sapendo la capacità massima dei nostri spazi in maniera definita da parametri chiari, oggettivi e prefissati», ha evidenziato Alessandra Albarelli, presidente di Federcongressi&eventi.
«Cosa dovremmo fare? Rivolgerci a non si sa quale ufficio delle autorità sanitarie locali prima di ogni evento? Sappiamo bene quanto la burocrazia italiana sia lenta per limiti strutturali ma chi organizza ha bisogno di sapere sin dalla fase progettuale dell’evento quante persone potranno parteciparvi», ha commentato Salvatore Sagone, portavoce nei rapporti con i media di Italialive.