Sostenibilità, innovazione, fattori di competitività, lavoro: sono questi i temi trattati durante “Event For the Future”, summit tenutosi allo Starhotels Michelangelo di Roma per comprendere il futuro del Mice (Meetings, Incentives, Conferences, Exhibition) nel post pandemia.
Un confronto organizzato da Eventivamente Partner Team, gruppo di eccellenze italiane di cui fanno parte Ita Airways, Msc Crociere, First Travel, Starhotels, Airplus International ed Ediman.
La sostenibilità è tema centrale per Msc Crociere, per investimenti pensati antecedentemente la pandemia, sviluppati con pianificazioni massicce nel momento di stasi del mercato e oggi palesi, sia a livello infrastrutturale, che nel piano di comunicazione. A parlarne è il country manager Leonardo Massa: «Negli ultimi due anni e mezzo abbiamo incrementato i nostri investimento con grande attenzione a questo tema, pesando sull’intero mondo crociere, settore che può effettivamente cambiare in modo decisivo direzione in materia ambientale».
Msc, in attesa del varo di Euribia, seconda nave alimentata a gnl (gas naturale liquefatto, ndr), che segna un altro passo in avanti verso l’obiettivo di zero emissioni da raggiungere entro il 2050, anticipa anche il progetto di ricerca per costruzione di una nave a idrogeno.
Altro tema centrale dell’incontro, il lavoro, con punti di vista non sempre allineati. Tutti hanno ammesso di aver avuto difficoltà di rientro dallo smart working. «La pandemia ci ha imposto una riflessione sulla qualità del lavoro; oggi il 70% dei dipendenti Uvet sono rientrati in ufficio, ma per molti lo smart working sembrava un’opportunità allettante, talvolta non realizzabile», afferma il presidente del Gruppo Uvet, Luca Patanè.
Tuttavia per chi si occupa di convention, fiere, eventi, business travel, il concetto fondante dell’incontro in presenza è imprescindibile. «Durante la pandemia – afferma Gabriella Gentile, presidente Federcongressi&eventi – tutti abbiamo potuto investire in innovazione, ma bisogna rendersi conto che il virtuale non è la realtà, è uno strumento di lavoro».
Tuttavia bisogna chiedersi se per alcuni lavoratori del Mice, come ad esempio gli amministrativi, la presenza è altrettanto necessaria.
Tutti gli attori del mercato lamentano comunque una carenza di risorse umane in un momento in cui è imperativo crescere nell’occupazione. In questa problematica gioca un ruolo importante la concorrenza di altri settori dove lo smart working è possibile, a patto di raggiungere gli obiettivi prefissati, dove i rischi di fattori esogeni, come è stata la pandemia, sono minori, dove i salari possono essere più alti a fronte di margini meno esigui. Sarebbe, quindi, indispensabile un aiuto istituzionale concreto da questo punto di vista, in particolare un intervento importante sul cuneo fiscale per rendere gli stipendi dei comparti turismo e Mice più appetibili.
«Attualmente è il mondo del lavoro che domina le imprese, non il contrario, va quindi riconosciuto che lo smart working potrebbe essere un’opportunità almeno nei lavori dove non è necessaria la presenza», ammette Patanè. «I giovani hanno tuttavia bisogno di essere in presenza per apprendere, per capire, per lavorare in squadra», gli fa eco Stefano Fiori, presidente del Convention Bureau Roma e Lazio. «Se tuttavia non lasciamo spazio a questa esigenza ormai sviluppatasi nel mercato del lavoro, almeno dove possibile, non potremo tornare indietro cercando per il lavoro solo persone grandi, ben contente del lavoro in ufficio», riprende Luca Patanè.
Secondo Domenico Pellegrino, chief executive officer del gruppo Bluvacanze, lo smart working è uno strumento inadatto: «Non amo le visioni, ma i modelli, bisogna darsi un modello da perseguire e cercare di raggiungere l’obiettivo. A mio avviso l’obiettivo è produrre salari accattivanti, per questo il taglio del cuneo fiscale è importante, perché il nostro è un settore dove le marginalità sono molto basse, e non ci sono altre via di uscita, perché l’essere umano vive di socializzazione, e chiudersi in casa di fronte a un computer non è la strada giusta per lo sviluppo del turismo e del Mice».
La pressione per arrivare a un’interazione con le istituzioni sul tema della fiscalità diviene quindi imperativa per il costo del lavoro. Per arrivare a questo bisognerebbe tuttavia presentarsi uniti, con un osservatorio in cui sia ben definito il valore del comparto Mice in Italia.
Federcongressi&Eventi, che per prima ha agito in questa direzione, ammette l’incompletezza dei dati, evidenziando che sarebbe necessaria una visione d’insieme del settore, bisognerebbe quindi unirsi in modo da includere nel comparto tutte le associazioni coinvolte nel Mice.
«A patto di trovare, però, dei criteri oggettivi di ricerca» insiste Patanè. Forte in Federcongressi&Eventi la volontà di investire in un progetto di osservatorio al punto che si danno anche e una data obiettivo ,suggerita da Stefano Fiori: entro il 2026, anno delle Olimpiadi. «Tutti noi – conclude – possiamo prenderci l’impegno di andare avanti insieme perché sono certo che in questo governo ci sia una possibilità concreta sulla defiscalizzazione».