by Redazione | 5 Ottobre 2020 11:17
Di fronte alla difficoltà del settore, Atr, l’associazione degli albergatori milanesi di Confesercenti, non ci sta ad alza la voce contro il Comune del capoluogo lombardo. «Ci converrebbe quasi chiudere l’hotel a Milano e aprirlo a Roma: saremmo più ascoltati», è l’amara constatazione di Rocco Salamone, presidente di Atr, che prosegue: «L’amministrazione della Capitale ha dato la possibilità di rateizzare fino a due anni le imposte comunali in scadenza il 30 settembre 2020, al contrario del comune di Milano che, pur disponibile all’ascolto delle richieste da parte della categoria, sembra non dare la giusta importanza alle difficoltà di liquidità che hanno gli alberghi in tutta l’area metropolitana, dove gli arrivi da parte dei turisti stranieri sono al di poco sopra allo zero».
Il comune di Milano, prosegue la nota dell’Associazione, sembra non rendersi conto della situazione di difficoltà finanziaria in cui versano le aziende dell’ospitalità e della necessità di sostenerle per far si che veramente nessuno rimanga indietro in attesa che riparta il turismo internazionale. Milano, come tutte le città ad alta affluenza di stranieri, non si è riempita d’estate e solo da metà settembre, con la timida ripresa di fiere e attività aziendali, gli hotel hanno ricominciato a lavorare, ma non oltre il 50% della capacità. «Per noi i mesi di ottobre, novembre e dicembre saranno mesi dove converrà chiudere per sperare di riaprire a febbraio se ci saranno le fiere», aggiunge Salamone facendo un appello al Sindaco Sala affinché “dia maggiore attenzione alle nostre istanze”.
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