by Giorgio Maggi | 5 Giugno 2018 7:00
I giovani vanno o non vanno in agenzia? Se la risposta è ancora per certi versi criptica, quel che è certo è che mai come adesso la generazione Y (Millennial) è finita sotto i riflettori di tutta l’industria del travel per catturarne comportamenti e prenotazioni. Il motivo? «È uno dei segmenti che cresce più rapidamente, tanto da rappresentare già ora circa il 23% del miliardo e oltre di viaggiatori internazionali l’anno», aveva detto l’ex segretario generale dell’Unwto Taleb Rifai.
Secondo la Wyse Travel Confederation e la stessa Organizzazione mondiale del turismo, il giro d’affari dello youth travel è passato da 190 miliardi di dollari nel 2009 ai 280 del 2017, sempre a livello globale; entro il 2020 arriverà a toccare quota 370 milioni di viaggiatori, che spenderanno 400 miliardi di dollari. E se circa la metà dei millennial e della generazione Z (i Centennial, nati dopo il 2000) si sposta per vacanza (in cima alle motivazioni, in questo caso, ci sono la voglia di conoscere le abitudini del luogo e interagire con gli abitanti), l’altra metà si muove per lavoro, corsi di lingua, au pairing e volontariato. Ma non è tutto, perché i viaggiatori più giovani magari hanno il portafoglio meno capiente, ma hanno più tempo per viaggiare rispetto alla media.
Di fronte a un simile mercato, è facile capire come i più grandi brand, soprattutto dell’ospitalità, si siano mossi. Aloft, marchio di Starwood, ispirandosi all’allergia ai vincoli dei young traveller, ha progettato strutture con spazi e orari open, all’insegna dell’interazione e della tecnologia (chiavi elettroniche e wifi, prima di tutto).
Hilton, da parte sua, ha stretto una partnership con l’agenzia di eventi musicali Live Nation per organizzare concerti e performance nelle proprie strutture, per poi trasmetterli sui social. Si sono invece affidate al marketing virale altre due big company come Turkish Airlines e Marriott, che hanno puntato sulle potenzialità di una decina di profili YouTube per raggiungere un’audience di 40 milioni di persone, o nel caso della catena alberghiera, su una serie online che ha avuto come ospiti molti influencer amati da giovani e giovanissimi.
Ma attenzione, perché sul mondo young sta investendo anche un colosso come Airbnb, che ha annunciato di essere pronto ad accogliere gli oltre 35mila ostelli e bed&breakfast di Hostelworld.
Resta da capire, allora, a chi si rivolgono per davvero la generazione Y e Z per andare in vacanza. Secondo una recente survey di Expedia Media Solutions, Olta e metasearch coinvolgono, a vario titolo, circa la metà dei giovani, sia nella fase di ispirazione, che in quella effettiva di prenotazione. E il mondo dell’intermediazione? Qui la risposta arriva da oltreoceano, dove Virtuoso e l’American Society of Travel Agents, mettono in luce un dato inequivocabile: Millennial e Gen-X sono proprio i due segmenti che stanno, più velocemente di altri, segnando il ritorno alle agenzie di viaggi.
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