Ministero del Turismo, le speranze del settore
Coro unanime di soddisfazione delle principali associazioni di categoria all’annuncio del premier Mario Draghi di un nuovo ministero del Turismo affidato al leghista Massimo Garavaglia, già viceministro dell’Economia nel governo Conte.
Per il presidente di Assoturismo, Vittorio Messina, «si tratta di un segnale che il mondo del turismo attendeva da tempo, una richiesta che portava avanti da anni. Il turismo italiano ha assolutamente bisogno di un ministero dedicato, che funzioni da cabina di regia unica per il rilancio del settore e per coordinare gli investimenti del Recovery Fund. Il futuro del travel dipende proprio dalla capacità che avremo di superare la frammentazione territoriale che ne ha caratterizzato finora la gestione. Al neo ministro – conclude Messina – posso già dire che potrà contare sulla di noi. L’auspicio è che ora il ministero diventi operativo in tempi contenuti, e non si ripetano i ritardi cui siamo stati abituati in passato».
Soddisfazione condivisa anche da Marina Lalli, presidente di Federturismo, che osserva: «Dopo 18 anni di attesa il turismo ritrova la propria casa e si tratta di un risultato storico, frutto di decenni di battaglie portate avanti nella convinzione che solo con un dicastero ad hoc si potesse governare un sistema, un mercato, così complesso e variegato come quello turistico che oggi tocca ogni aspetto della vita economica del Paese. Le sfide che attendono il neo ninistro sono enormi, il settore turistico post pandemia è praticamente stato azzerato e saranno necessari ancora mesi per una lenta ripartenza che dovrà necessariamente essere accompagnata da aiuti economici finalmente concreti e adeguati. Al ministro Garavaglia, persona esperta e di grande cultura imprenditoriale, tutto il supporto di cui avrà bisogno per garantire al suo lavoro il miglior successo».
FRONTE TURISMO ORGANIZZATO. Alcune reazioni erano arrivate già venerdì sera, a poche ore dall’annuncio. Luca Patanè, presidente di Confturismo e vice Presidente Fto, aveva sottolineato come quello appena nominato fosse «un ministro del Turismo con competenze perfettamente ritagliate nel quadro previsto dalla Costituzione e con portafoglio».
Sul versante tour operating era subito intervenuto anche Pier Ezhaya, presidente Astoi, evidenziando tra l’altro una preoccupazione: quella legata ai «tempi per il passaggio di consegne. Perché la grave crisi del settore richiede soluzioni urgenti e non può attendere».
Tra i primi commenti anche quello di Ivana Jelinic, presidente Fiavet, secondo cui «non era più possibile non dedicare un ministero a un comparto che, come attestano i dati di Confcommercio, contribuisce per 44 miliardi alla bilancia commerciale italiana e registra un valore della produzione di 190 miliardi».
Anche da Maavi, l’associazione delle agenzie di viaggi guidata da Enrica Montanucci, sono arrivati nella giornata di sabato – a mezzo Facebook – gli auguri di buon lavoro al nuovo ministro, con l’auspicio di vedere «finalmente l’inizio di una nuova era in cui il nostro settore (incoming, outgoing, filiera tutta) possa finalmente godere di un vero rilancio e un’attenta pianificazione».
ALBERGATORI SODDISFATTI. Come nel caso del turismo organizzato, anche l’hôtellerie ha reagito con euforia alla notizia della costituzione di un ministero del Turismo con portafoglio. «Il nuovo esecutivo fa un salto in avanti per le politiche del comparto – ha dichiarato Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Confindustria Alberghi– Il ministro Garavaglia ha davanti a sé una sfida complessa che non possiamo permetterci di perdere. Mai come oggi il settore alberghiero necessita di una strategia organica e di una visione di medio-lungo periodo per tornare a crescere e competere sul mercato globale del turismo. Abbiamo ancora davanti molti mesi complicati e la crisi ha moltiplicato le esigenze delle aziende; per questo confidiamo in un’accelerazione degli interventi attraverso misure robuste indispensabili alla salvaguardia e alla rinascita del comparto. Chiediamo una roadmap – ha concluso – per uscire dalla crisi e mettere in sicurezza le aziende del settore che sono un potenziale importante anche per la rinascita del Paese. Il Recovery Plan è un tassello fondamentale, ma il settore ha purtroppo ancora bisogno anche di interventi di diretto supporto alle imprese».
Da parte sua, Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, ha rivolto un esplicito ringraziamento a Draghi per «l’attenzione dedicata al nostro settore, al quale viene finalmente riservato il rilievo che merita. Il turismo ha bisogno di interventi immediati per uscire dalla tempesta e di programmare la ripartenza con investimenti che consentano di competere ad armi pari con l’agguerrita concorrenza internazionale».
Da parte di tutte le sigle piena disponibilità a collaborare con il nuovo ministero del Turismo.