Una visione strategica a lungo termine, che guarda al 2040. E tre asset che racchiudono il “tesoro” dell’Oman: cultura, ospitalità ed esperienze uniche nella natura. Sorriso largo, stretta di mano decisa, Sua eccellenza Ahmed bin Nasser Al Mahrizi, ministro del Turismo del Sultanato, svela a L’Agenzia di Viaggi Magazine i progetti di sviluppo del suo Paese. Siamo a Roma, dov’è atterrato dopo la tappa ad Amsterdam del roadshow di promozione. A Palazzo Brancaccio incontra t.o. e adv italiane. È qui che ci concede un’intervista che inizia con una sua domanda: «Sa qual è la nostra gemma più preziosa? La cultura», risponde senza esitazione.
Il Sultanato sta vivendo un periodo florido per il turismo. Qual è la strategia per i prossimi anni?
«Viviamo in un Paese affascinante, tranquillo, circondato da montagne e deserto. Ma i valori che meglio delineano l’Oman come destinazione turistica sono di sicuro la capacità di avere preservato la nostra autenticità e l’eccezionale accoglienza della nostra gente. Per questo abbiamo deciso di investire nel programma “Heritage”. Oggi oltre il 50% della ricettività è concentrato su Muscat. Nei prossimi anni puntiamo invece a riconvertire alcune abitazioni dei villaggi in piccoli boutique hotel o guesthouse di alta qualità, con al massimo nove stanze. Verranno gestite dai locali, in maniera da permettere ai visitatori di vivere come un vero omanita seguendo le nostre tradizioni, mangiando cibo locale e acquistando prodotti artigianali. L’Oman è sicuramente un Paese che guarda al futuro, ma che punta molto sulla valorizzazione delle sue antiche abitudini e tradizioni».
Altri focus?
«La natura. Dalle dune del deserto, ai wadi di acqua cristallina, alle montagne verdi dove si coltivano le rose. Nel Sultanato abbiamo voluto preservare le bellezze dell’ambiente e oggi i visitatori possono godere di paesaggi unici. Anche per i nuovi alloggi ricettivi valorizzeremo l’impegno nella tutela ambientale».
Gli italiani sembrano apprezzare. Nel primo semestre 2018 oltre 800mila hanno visitato la Capitale e la zona di Salalah, dove sono impegnati operatori come Alpitour, Eden Viaggi, Turisanda e Veratour…
«L’Italia è un mercato sul quale stiamo investendo, il terzo europeo dopo quelli di Gran Bretagna e Germania. Dal 14 dicembre, inoltre, la compagnia di bandiera Oman Air porterà a 14 i voli settimanali diretti da Milano Malpensa. Complessivamente puntiamo a raggiungere in totale 11 milioni di viaggiatori internazionali nel 2040, ma non guardiamo al mass market. Vorremmo che anche i cittadini dell’Oman iniziassero a viaggiare. È importante che riscoprano il Paese in cui vivono».
Il boom turistico ha indubbiamente apportato dei benefici significativi al Pil.
«Abbiamo compreso come l’industria turistica contribuisca allo sviluppo del Paese e alla sua crescita economica, creando occupazione e opportunità per le imprese locali. Per costruire un brand però servono tempo, fondi e un impegno a lungo termine. I nuovi investimenti permetteranno di posizionare l’Oman tra le principali destinazioni leisure e business del Golfo Persico».
È la sua seconda volta a Roma. Le piace l’Italia?
«Bellissima. E poi se parliamo di cultura, non potremmo farlo in un posto migliore».