Il caloroso welcome di operatori e associazioni di categoria rende bene l’idea delle grosse aspettative che il settore ripone sul ministro Gian Marco Centinaio, fresco della tanto attesa delega al Turismo. Lui, che si definisce «un collega», ne è consapevole, ringrazia, incassa gli attestati di stima e rilancia. E già nel suo primo giorno da patron del turismo ha fatto ben capire quali saranno la sua strategia e gli obiettivi, con annesse le prime grane di carattere politico. Già, perché nel giorno della presentazione alla stampa da parte del governo del decreto dignità, molto criticato dalle associazioni, Centinaio si è inserito nel dibattito già infuocato aprendo alla possibilità di reintrodurre i voucher, non soltanto nel settore agricoltura: «Se ci fossero anche nel turismo non sarebbe per niente una brutta cosa. Forse sono i due settori dove servono di più», ha detto all’Ansa, aggiungendo che parlerà con il ministro Luigi Di Maio «per capire cosa si può fare per venire incontro alle richieste del comparto».
Centinaio non ha nascosto di sentirsi addosso responsabilità «grosse come un macigno», lui che viene proprio da questo mondo. E sa che «ora bisogna cominciare a correre» perché è vero che «l’Italia è la quinta potenza turistica nel mondo ma dobbiamo crescere e scalare questa classifica. Se siamo solo quinti, qualcosa non funziona nella promozione e nella considerazione che hanno i turisti di noi». Ma forte è anche la consapevolezza che «il turismo non è solo promozione all’estero, è anche programmazione, aiuto alle imprese, lotta all’abusivismo».
Intanto, come già ripetuto più volte, la sinergia tra politiche agricole e turismo sarà un must della sua azione di governo: «Il mio ministero ha la possibilità di diventare un ministero del marketing del nostro Made in Italy nel mondo».
Idee chiare anche sul piano organizzativo ora che il turismo sarà un Dipartimento, «con un ben diverso peso anche istituzionale». L’obiettivo è quello di ottimizzare il lavoro e le risorse umane, per questo si sta pensando agli uffici Enit di via Marghera come sede fisica del nuovo Dipartimento «con l’obiettivo finale di farne un ministero a parte».
Quanto alla stessa Enit, che Centinaio identifica come «braccio armato del ministero, delle regioni e degli operatori privati», l’intento è di valorizzarlo «e trasformarlo in un interlocutore per il settore, visto e considerato che sempre più spesso gli operatori quando vanno all’estero a fare o presentare qualcosa, invece che utilizzare l’Enit si rivolgono all’Ice. Quindi vuol dire che non c’è molta fiducia nei confronti di quello che l’Enit ha fatto finora».