Gli esperti la chiamano adoption, ed è la capacità delle aziende di adattarsi al nuovo, e quindi anche a innovazioni come il 5G, pronte ad aiutare il travel, ma non solo, a compiere un cambio di passo epocale. Ce lo spiega Mirko Lalli, ceo e founder di The Data Appeal Company.
Come vede il rapporto tra 5G e travel?
«In generale, ciò che migliora la connettività nel turismo è positivo. Considerando che, come dicono gli studi, l’esperienza inizia online, il 5G porterà servizi più funzionali, veloci e semplici. Penso alla qualità della realtà virtuale e dello streaming».
Ci sarà bisogno, però, di unire più tasselli…
«Non esistono bacchette magiche. Come sempre c’è un fattore culturale di mezzo: dovranno funzionare prima di tutto le infrastrutture; inoltre, le persone e le aziende dovranno aggiornarsi e gli operatori prendere consapevolezza del nuovo. Si chiama adoption, e ti dà la chiave per migliorare l’offerta».
La pandemia ha accelerato la digitalizzazione?
«Durante il lockdown quello che ci ha salvato è stata proprio la tecnologia, si è rivelata fondamentale. Sì, fare un’esperienza digitale sembra quasi un ossimoro, ma l’esempio delle virtual experience di Airbnb ci mostra come con una buona connettività anche questo servizio sia apprezzato».
Il 5G si presenta come un’opportunità anche per le agenzie di viaggi…
«Le agenzie stanno cercando il modo corretto per riposizionarsi nello scenario digitale. È un bel pezzo del turismo che si sta riprendendo il suo ruolo dopo l’ubriacatura dei clienti con le Ota. Mostrare velocemente una serie di contenuti aiuterà molto».
Quali spazi si apriranno per The Data Appeal?
«Avremo più dati riguardo i comportamenti e gli spostamenti dei viaggiatori. Questo consentirà alle destinazioni, e agli altri partner, di progettare meglio l’esperienza reale, ottimizzandola. Il 5G, più in là, sarà utile anche per la gestione dei flussi nei territori».