by Gabriele Simmini | 7 Settembre 2023 6:55
Un decreto «illegittimo» quello varato dal governo contro il caro voli; ma la crescita di Wizz Air in Italia non teme norme e governi e l’obiettivo è raddoppiare gli aerei basati e “accaparrarsi” gli slot su Milano Linate che Ita dovrà liberare in futuro.
È questa la posizione del presidente del vettore low cost, Robert Carey, sbarcato a Roma per incontrare il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel quadro dei tavoli che il ministero sta tenendo con i player del trasporto aereo e che vertono proprio sul tema delle “tariffe pazze” e delle contromisure adottate dall’esecutivo.
In questi giorni, infatti, Urso sta incontrando anche le associazioni Aeroporti 2030, Assaeroporti, le compagnie aeree Aeroitalia, easyJet, Neos, SkyAlps (dopo aver già ricevuto il presidente di Ita Airways, Antonino Turicchi, e il ceo di Ryanair, Eddie Wilson).
Per il presidente di Wizz Air, però, il contrasto al caro voli resta un falso problema. «Il mio obiettivo non è tenere le tariffe molto alte, ma continuare a crescere in Italia. Ora siamo il terzo maggiore operatore, voglio diventare più grande», ha specificato Carey all’agenzia Ansa.
«Consideriamo illegittimo il decreto del governo italiano sul caro voli – ha sottolineato Carey in un’intervista a La Repubblica – È palesemente contrario ai regolamenti dell’Ue. E queste norme sono addirittura incomprensibili per una compagnia aerea come la nostra che, dal suo arrivo sul mercato italiano, ha abbassato le sue tariffe del 50%. Le compagnie devono fronteggiare un’inflazione fuori dal comune, ma Wizz Air ha conservato un prezzo medio per biglietto che si aggira intorno agli 80-85 euro. La convenienza dei nostri voli è immutata».
Wizz Air, inoltre, rimanda al mittente anche le accuse di aumentare i prezzi in corrispondenza con le calamità naturali. «Lo nego categoricamente. Non speculiamo su questi eventi tragici. Purtroppo il mercato ha le sue regole e quando si determina un picco di domanda, i prezzi dei biglietti aumentano. Bisogna mettere i vettori nelle condizioni di offrire sempre più voli e a quel punto sarà il mercato, naturalmente, a determinare una riduzione delle tariffe»
Sul tema delle tasse aeroportuali, invece, Carey pone l’accento sulle ripercussioni che gli aumenti delle imposte (come accaduto a Venezia, ndr) potranno avere in bassa stagione. «È un’altra decisione che, come può immaginare, non ci piace molto. Capisco benissimo che Venezia metta in campo delle tasse ecologiche per gestire al meglio l’enorme afflusso di turisti. Ma le tasse aeroportuali peseranno molto d’inverno, quando i flussi sono contenuti.
Nonostante tutto questo, però, Wizz Air vuole continuare a investire nel nostro Paese. La prospettiva della compagnia ungherese è quella di arrivare a 50 aerei basati nel nostro Paese, nonostante numerosi voci di stampa abbiano riportato una riduzione dei voli di Wizz per l’inverno 2023, soprattutto sulla Sicilia.
«Voliamo con cinque basi in Italia, Roma, Milano, Napoli, Venezia e Catania, e continueremo a crescere da queste. Abbiamo 25 aerei e credo che in pochi anni non c’è motivo per cui non dovremmo arrivare 50 aerei, quindi raddoppiare la nostra dimensione», sostiene il presidente lasciano intendere che proprio Milano, Roma e Venezia sarebbero le punte di diamante dove investire nei prossimi anni.
Il presidente, inoltre, guarda con attenzione al prossimo matrimonio Ita-Lufthansa con la prospettiva di guadagnare slot importanti su Milano che dovrebbero essere liberati in seguito alla fusione. Slot che fanno gola anche a easyJet che ha già manifestato il suo interesse.
«Mi auguro che la Commissione Ue rompa il monopolio che insieme, Ita e Lufthansa, minacciano di creare a Milano Linate. Già oggi, Ita ha da sola oltre il 60% degli slot. Sono più di quelli che qualsiasi compagnia possa vantare nei propri hub di riferimento. A questo 60% si aggiungerà l’8% ora in mano a Lufthansa. Questo genera una lesione della concorrenza e un danno per i viaggiatori».
La ricetta di Carey è quella di far scendere gli slot su Linate al 45%. «Venti aeromobili di altre compagnie ne ricaverebbero il diritto di volare sullo scalo, praticando tariffe ben più vantaggiose per i viaggiatori».
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