Con 5,7 milioni di arrivi e oltre 12 milioni di presenze, il Trentino nel 2016 ha fatto segnare la migliore stagione di sempre. E anche il comparto alberghiero ha fatto registrare un balzo del 6%, a riprova di uno stato di salute invidiabile. Ma non bisogna fermarsi al successo stagionale e occorre affrontare le sfide future che vanno dall’ottimale organizzazione dei servizi a un attento presidio di nuovi mercati per intercettare clientela newcomer.
Lo ha ribadito il presidente di Asat, Associazione albergatori del Trentino, Luca Libardi, in occasione della 70° Assemblea che si è tenuta in queste ore a Trento. Libardi ha ricordato che «occorre intraprendere una strategia vincente per l’accessibilità dei nostri territori e penso a nuovi collegamenti ferroviari e combinazioni di mobilità anche con gli aeroporti. E a mirate azioni di comunicazione e promozione».
In questo senso vale la pena sottolineare che il Trentino può avvalersi di un budget di circa 40 milioni di euro per la promozione turistica.
Il richiamo a una sinergia possibile e condivisione virtuosa di azioni con la Provincia di Trento è stato accolto con favore dal presidente della Provincia, Ugo Rossi, intervenuto all’assemblea, che ha evidenziato come «la fiscalità derivante dalla tanto odiata tassa di soggiorno è stata messa a buon frutto: i 15 milioni di euro raccolti sono stati reinvestiti nel comparto».
Un connubio privato-pubblico, quello trentino, salutato con favore anche dal presidente di Federalberghi Bernabò Bocca (parlamentare da anni), che ha partecipato al talk show organizzato dalla Ast e moderato dal nostro giornalista Andrea Lovelock. In particolare Bocca ha dichiarato: «Dobbiamo smetterla di essere ipercritici e danneggiare per primi il brand Italia, anche se devo dire che manifestare certi successi imprenditoriali, come quello del Trentino, favorisce l’attenzione da parte dei governanti. Comunque il Palazzo finalmente ascolta gli operatori e imprenditori del turismo. Ci sono provvedimenti che lasciano ben sperare nella regolamentazione del mercato che chiediamo da tempo. Ribadisco che gli albergatori non hanno nulla contro i bed and breakfast regolari, che pagano le tasse come noi, ma chiedono che ci siano regole uguali per tutti. Del resto, l’Istat ha certificato che in Italia ci sono oltre 400 milioni di pernottamenti che non appartengono all’industria alberghiera o extra-alberghiera regolare, bensì ad altre forme di ospitalità. E questo è inaccettabile, tanto che più che la shadow economy è un danno per tutto l’indotto turistico».
Sui mutamenti del mercato e sulle possibili strategie per migliorare l’ospitalità, è intervenuto il presidente di Accor Hotels per Italia, Malta e Grecia, Renzo Iorio: «Nel nostro Gruppo abbiamo avviato formule innovative come il pricing legato alla only room oppure le camere minimal, investendo anche su servizi negli spazi comuni dove gli ospiti possono aggregarsi. Tutte azioni per contenere i costi e ottimizzare i ricavi che provengono anche da altre voci del soggiorno. Penso alla ristorazione e credo che proprio questo, in Trentino, sia un valore aggiunto vincente capace di attrarre italiani e stranieri».
Turisti presi per la gola, oltre cha conquistati da paesaggi, eventi e siti culturali come il Muse di Trento che ha fatto registrare oltre 2 milioni di visitatori. A conti fatti un Trentino forte, motivato e pronto ad aggredire nuovi mercati, nel segno di una destination strategy tutta da scrivere, ma che presenta le migliori premesse di successo grazie alla sua invidiabile alleanza pubblico-privato.