È iniziata la costruzione di quello che sarà il più grande terminal crociere degli Stati Uniti. Il 10 marzo a Miami, capitale mondiale del turismo crocieristico, c’è stata la posa della prima pietra del nuovo terminal di Msc Crociere.
La compagnia di crociere ha commissionato l’opera a Fincantieri Infrastructure, che la realizzerà seguendo i criteri previsti dai Green Building Rating Systems (Gbrs), un sistema di rating per lo sviluppo di un’edilizia ecocompatibile: elevata percentuale di efficienza energetica attraverso l’utilizzo di materiali ecosostenibili e tecnologie innovative di progettazione e costruzione, limitando l’impatto sull’ambiente e riducendo i costi operativi.
Un investimento da 350 milioni di euro, finanziato da Intesa Sanpaolo e Cdp (Cassa Depositi e Prestiti) a favore di Msc. Il prestito è garantito da Sace, con il contributo di Simest per la stabilizzazione del tasso e il contributo in conto interessi.
Il terminal – con annesse strutture per il molo, uffici e parcheggi nella parte est del porto nella Biscayne Bay – entrerà in servizio entro la fine del 2023 e potrà ospitare contemporaneamente fino a tre navi di nuova generazione e a ridotto impatto ambientale, come le future navi a gas naturale liquefatto (Gnl) di Msc Crociere, movimentando fino a 36.000 passeggeri al giorno.
«Questa iniziativa rappresenta un’ulteriore importante tappa della collaborazione proficua e di lunga data tra Msc e Fincantieri – ha dichiarato Pierfrancesco Vago, executive chairman Msc Cruises – Siamo partner, insieme ad altri primari attori economici del “Sistema Italia” come IntesaSanpaolo, Cdp, Sace e Simest, di un progetto che rende onore al “saper fare” e alle capacità ingegneristiche italiane nel mondo, chiamate a cimentarsi sul mercato crocieristico americano. Sarà il terminal più grande e tecnologicamente avanzato degli Stati Uniti, nuovo punto di riferimento del settore, nonché uno degli investimenti più significativi fatti a Miami. E consentirà alla nostra compagnia di rafforzarsi e di crescere ulteriormente nel mercato crocieristico più importante e competitivo al mondo».
Dal design iconico, il progetto del terminal è dello studio Arquitectonica: avrà un corpo centrale multilivello alto quattro piani e sarà dotato di soluzioni innovative ed ecologicamente avanzate, tra cui la possibilità di alimentare le navi direttamente da terra con la corrente elettrica, riducendo ulteriormente le emissioni durante la sosta in porto delle unità. Il terminal disporrà di strutture all’avanguardia per i servizi ai passeggeri, aree per uffici, parcheggio multipiano per 2.400 veicoli. Prevista anche la costruzione di un nuovo collegamento stradale e l’edificazione di due banchine, lunghe complessivamente circa 750 metri. Una terza banchina sarà costruita dalla contea di Miami-Dade. Il progetto prevede, infine, la realizzazione della relativa infrastruttura costiera, incluse le stazioni di approvvigionamento idrico ed elettrico.
«L’avvio dei lavori per questa grande opera è il coronamento di quanto fatto negli ultimi anni dal nostro Gruppo – ha detto Giuseppe Bono, amministratore delegato Fincantieri – Siamo stati capaci di consolidare ulteriormente il rapporto con Msc, basato su innovazione e costante miglioramento, e in parallelo abbiamo intrapreso iniziative di business che ci hanno permesso l’allargamento delle nostre competenze anche per offrire ai nostri clienti prodotti e servizi all’avanguardia. Questo nuovo terminal avveniristico sarà dunque non solo l’espressione migliore del made in Italy, ma anche del successo delle nostre strategie aziendali».
I 350 milioni di euro della nuova infrastruttura crocieristica rappresentano uno degli investimenti più importanti effettuati in anni recenti negli Stati Uniti da multinazionali a matrice italiana. Proprio nell’ottica del rilievo strategico del progetto per l’economia italiana e del supporto all’export, è arrivato il sostegno di Cdp e Intesa Sanpaolo insieme a Sace e Simest.
«Questa operazione si inserisce nel più ampio programma delineato dal nuovo piano strategico di Cdp per lo sviluppo delle eccellenze del Paese – ha affermato Massimo Di Carlo, chief business officer e vice direttore generale di Cdp – La realizzazione di questo progetto, in sinergia con il sistema bancario e gli altri partner, rappresenta un esempio virtuoso di sviluppo infrastrutturale all’insegna di sostenibilità e innovazione».
Dario Liguti, chief underwriting officer di Sace, ha confermato il costante impegno della società «a supporto dei piani di crescita delle imprese italiane nel mondo. Siamo lieti di aver supportato Fincantieri, eccellenza italiana e primo gruppo in Europa nel settore della cantieristica navale, nella penetrazione di un mercato così importante come gli Stati Uniti per la realizzazione di un’opera infrastrutturale importante, favorendo anche l’ampliamento dell’ambito di collaborazione tra Fincantieri e Msc. Questo ambizioso progetto è volto anche a sostenere e rilanciare il settore crocieristico, altamente strategico per l’economia italiana, ma duramente colpito dalla crisi pandemica».
Carolina Lonetti, head of export finance & internationalization di Simest, ha aggiunto che «l’intervento a supporto del finanziamento di un’opera infrastrutturale di rilievo strategico per il gruppo Fincantieri e per il settore della cantieristica, in un’area geografica chiave quale quella nord americana, è a conferma dell’impegno costante di Simest a sostegno del successo del Made in Italy nel mondo, da sempre punto di riferimento per la nostra mission».
Infine, Richard Zatta, responsabile global corporate della divisione Imi corporate & investment banking di Intesa Sanpaolo, ha sottolineato che «il progetto è un esempio significativo di come due eccellenze quali Fincantieri e Msc possano collaborare per lo sviluppo di importanti opere infrastrutturali a livello internazionale. Il Gruppo Intesa Sanpaolo da sempre accompagna e supporta le realtà imprenditoriali nei propri piani di crescita, garantendo particolare attenzione e sostegno alle operazioni che possano coniugare sostenibilità ambientale e sviluppo infrastrutturale».