Napoli e il mancato sold out di Natale: si può fare di più
Il 2023 appena concluso, come è stato scritto e riscritto, è stato l’anno della definitiva ripresa del turismo. Una stagione record con 445,3 milioni di presenze nelle strutture ricettive; un anno che, soprattutto, ha segnato il ritorno del tanto atteso turismo straniero nel nostro Paese, con un + 4% di presenze in arrivo dall’estero, che hanno continuato a crescere anche negli ultimi giorni prima di Capodanno, specialmente con le città d’arte prese d’assalto.
Ma, se da una parte negli ultimi dodici mesi le presenze estere sono cresciute rispetto al 2022, il mercato italiano non ha tenuto lo stesso ritmo e invece ha registrato una crescita rallentata, con un magro +2,8%. I dati, elaborati dal Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti, oltre a mettere in evidenza il debole rafforzamento del mercato italiano, mostrano un mercato a più velocità in cui il sud e le Isole sono l’area che chiude l’anno con i valori di più bassa crescita: +4,4%, seguite dal nord-est (+7%), nord-ovest (+11,7%) e centro (+10,4%), che registra la crescita più alta.
A confermare i dati relativi al sud, arrivano dalla Campania i primi numeri relativi alle presenze di Natale e Capodanno che – nonostante le seduzioni di San Gregorio Armeno – non hanno fatto registrare il tutto esaurito. Dunque, niente boom di presenze per gli ultimi giorni del 2023 che si è chiuso per Napoli con un 5% in meno rispetto allo scorso anno durante lo stesso periodo, con l’occupazione alberghiera ferma al di sotto del 90%, che comunque che porta la media annuale a sfiorare l’80% e conferma il +4% rispetto al 2022.
Secondo Federalberghi, il mancato tutto esaurito è da imputare principalmente alla mancanza di prenotazioni da parte di visitatori italiani, perché gli stranieri hanno mantenuto gli stessi numeri. Connazionali che si sono limitati ad alimentare un turismo mordi e fuggi, senza pernottamento, con una ricaduta economica decisamente inferiore.
Se da una parte, come sottolineano le associazioni di categoria, questi dati non dovrebbero mettere il settore in allarme, perché dopo il boom del turismo post pandemia si va verso una prevedibile normalizzazione, dall’altra è importante, per la programmazione 2024 e oltre, saper intercettare i flussi turistici che hanno iniziato a standardizzarsi e quindi hanno bisogno di un upgrade dell’offerta e dei servizi.
Questa è l’analisi dell’economista Gianni Lepre, consigliere del ministro della Cultura, che intervistato da Napoli Today a commento dei dati, sottolinea: «Urge far emergere una strategia e una pianificazione per il nuovo anno, tenuto conto della forte concorrenza e anche dei cambiamenti in atto per il traffico aereo, con lo sdoppiamento di Capodichino con l’aeroporto Salerno Costa d’Amalfi che dovrebbe essere operativo in estate, e l’ipotesi dell’aeroporto di Grazzanise come scalo intercontinentale del Mezzogiorno. La priorità è individuare una strategia operativa che riguardi non solo la filiera privata, ma soprattutto la parte istituzionale per lavorare in sinergia a una promozione turistica innovativa, per strutturare servizi, mobilità, sicurezza e trasporti. Ma, ovviamente, i problemi non sono solo quelli legati a servizi e trasporti, deve essere l’offerta artistica e culturale al centro dell’interesse, e non solo quella enogastronomia che non manca».