Oltre 18 milioni incassati per “turismo calcistico”. Napoli fa i conti, dopo aver ottenuto il terzo scudetto, e si scopre più ricca. Ad una città in visibilio per la conquista matematica del tricolore, si affianca un boom turistico senza precedenti, trainato anche dalla fantastica cavalcata della squadra di Spalletti.
Tre milioni di introiti per ogni fine settimana, secondo le stime di Confesercenti Campania, con circa 15mila turisti arrivati soprattutto per visitare le zone storiche del tifo imbandierate a festa già da mesi, specie i murales di Maradona.
L’invasione turistica nei Ponti del 25 aprile e del Primo Maggio, dunque, ha confermato una tendenza già in voga. Ristoranti, alberghi e piccole ricettività permettono al Comune di passare all’incasso grazie alla tassa di soggiorno, una delle principali fonti in bilancio.
«Oltre alle attrazioni paesaggistiche, culturali, artistiche, gastronomiche e storiche – fa notare Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania – migliaia di visitatori vengono per i festeggiamenti del terzo scudetto. Noi raccomandiamo a tutti di acquistare prodotti ufficiali o certificati, in negozi o da ambulanti con le relative autorizzazioni». Febbre calcistica a parte, sono stati circa 250mila i turisti in Campania per il Ponte del Primo Maggio, con un fatturato che di oltre 50 milioni di euro, tra l’indotto relativo allo shopping, al commercio, alla ristorazione e agli altri servizi collaterali.
Un boom che fa bene alla città e fa piacere, ma che comunque ha bisogno di un intervento strategico mirato. Si sente, insomma, l’esigenza di una regolamentazione che faccia fronte all’aumento vertiginoso del turismo di massa.
Per questo l’associazione civica Vivoanapoli ha organizzato il confronto pubblico «Turismo: dalla pianificazione alla realizzazione, quale strategia per Napoli città metropolitana e per la Campania». Presenti istituzioni, società di servizi e cittadini, ha evidenziato l’importanza di un turismo sostenibile. Tutti hanno infatti concordato sull’urgenza di un intervento istituzionale strategico che punti ad arrivi mirati, per fare in modo che il turismo, pur fondamentale per l’economia della città, «non si trasformi in motore di snaturamento identitario».
Per questo sarebbe necessario contrastare il turismo di massa incontrollato e favorire quello stanziale, incrementando le politiche di coesione sul territorio. L’obiettivo finale è appunto promuovere un turismo sostenibile, che rispetti le capacità di carico dei luoghi. Per raggiungere il traguardo, è indispensabile migliorare la qualità dei servizi del terzo settore, gli investimenti in innovazione e digitalizzazione, la sicurezza, la pulizia.
E il recente boom turistico passa soprattutto da Capodichino e dalla sua efficienza, ha sottolineato Roberto Barbieri, l’ad di Gesac – la società di gestione degli aeroporti di Napoli e Salerno – in un’intervista rilasciata a Il Mattino. Barbieri ha rilanciato la scelta green di avere «meno aerei ma più pieni. Oltre a velivoli nuovi come gli Airbus 321neo che hanno emissioni e rumore ridotto: ha già cominciato easyJet». L’avvio del 2023 dello scalo partenopeo conferma i numeri importanti: nei primi due mesi sono stati 1,2 milioni i passeggeri in transito, con un incremento del 10,9% rispetto al 2019 e del 56,6% rispetto al primo bimestre del 2022. Quest’anno, inoltre, sarà l’ultimo della pista singola: da luglio 2024 comincerà la sua attività il nuovo aeroporto di Salerno.
A riprova del fatto che Napoli è sempre importante, Barbieri ha spiegato che «il network dei collegamenti passa da 106 a 119 città servite direttamente da Napoli, tra cui i principali hub europei, americani, asiatici. Capodichino, inoltre, sarà l’unico aeroporto con un doppio collegamento giornaliero diretto con New York, un collegamento che in molti casi lo scorso anno ha avuto un riempimento totale dell’aeromobile».
Napoli ombelico del mondo anche per i voli, quindi. Paradigma perfetto di una città che da ieri sera è volata fino alle stelle, alle porte del Paradiso. Per dire nuovamente a tutti, dopo 33 anni, «ho visto Maradona».