Si chiama Riyadh Air ed è la nuova compagnia aerea dell’Arabia Saudita, finanziata dal Fondo per gli investimenti pubblici del Regno. Quella che finora era conosciuta con l’acronimo Ria è a tutti gli effetti la seconda compagnia di bandiera dopo Saudia e avrà una flotta composta principalmente da aerei a doppio corridoio, gli A350 di Airbus e i B787 di Boeing. Alla guida del vettore c’è un nome illustre: l’ex ceo di Etihad Airways, Tony Douglas.
La base del nuovo vettore – che doveva essere lanciato nel 2024, ma a questo punto potrebbe già anticipare i primi operativi a fine anno – sarà ovviamente la capitale del Paese, Riyadh. “Sfruttando la posizione geografica strategica dell’Arabia Saudita tra i tre continenti di Asia, Africa ed Europa, e consentendo quindi a Riyadh di diventare una porta d’accesso al mondo e una destinazione globale per il trasporto, il commercio e il turismo“, ricorda il comunicato stampa inviato il 12 marzo dal Pif (Public Investmenet Fund).
La compagnia aerea prevede di sviluppare una rete globale che arriverà a 100 destinazioni entro il 2030 e dovrebbe coprire i voli a medio-lungo raggio verso Europa, Asia, Americhe e Africa. Riyadh Air dovrebbe “aggiungere 20 miliardi di dollari di Pil non petrolifero all’economia dell’Arabia Saudita e creare più di 200mila posti di lavoro diretti e indiretti”, rimarca la nota stampa.
Dopo il pre-accordo dello scorso ottobre con Airbus per un ordine di 40 aeromobili A350; ora il vettore starebbe chiudendo le trattative anche con Boeing per i B787-9 per un valore totale di 35 miliardi dollari.
Il ceo Douglas ha sottolineato in maniera molto ambiziosa che «Riyadh Air sarà una compagnia aerea nativa digitale, guidata da uno spirito pionieristico con un focus ossessivo sull’attenzione ai dettagli e l’innovazione. Il nostro obiettivo è superare qualsiasi aspettativa avranno i nostri clienti sulla percezione e l’esperienza di volare nel mondo moderno».
L’Arabia Saudita, quindi, avrà due vettori di riferimento nel panorama internazionale: Saudia e Riyadh Air: la prima manterrà la sua base a Jedda e amplierà il network internazionale; la seconda avrà la sua base nella capitale e punterà all’inizio su voli a medio-corto raggio, con l’obiettivo di arrivare molto presto a connettere moltissimi Paesi a lungo raggio.
Per entrambe, l’obiettivo comune è di portare sempre più turisti in Arabia Saudita – secondo Vision 2030 il Regno vuole arrivare a fine decennio al numero di 100 milioni di turisti – rompendo una volta per tutte il dominio delle compagnie del Golfo (Emirates, Qatar e Etihad) nei cieli del Medio Oriente.