Il coronavirus non ha fermato le truffe online per le vacanze e i soggiorni turistici: il dato sconfortante è stato evidenziato da Marco Valerio Cervellini della Polizia Postale intervenuto all’incontro stampa virtuale promosso da Altroconsumo ed Airbnb.
«Rispetto al trimestre marzo-maggio dello scorso anno, che aveva registrato circa 10mila segnalazioni, quest’anno abbiamo riscontrato ben 28mila segnalazioni, di cui quasi la metà inerenti a viaggi, vacanze e soggiorni di turismo, con un aumento complessivo del 300%. Un dato allarmante che impone molta attenzione da parte nostra. Ma credo che la miglior arma di contrasto sia l’informazione preventiva. Ci sono campanelli d’allarme che devono scattare in certe circostanze: se viene chiesto di uscire dalla piattaforma d’ingresso ed approdare su altri siti per effettuare prenotazioni e pagamenti; se viene volutamente intercettato l’utente ignaro camuffando i grandi brand, togliendo, ad esempio, la “i” alla stessa Airbnb; e ancora se per soggiorni in case-vacanze in Italia viene chiesto il pagamento su un Iban estero, se viene chiesto l’immediato pagamento su carte ricaricabili che spesso non sono legate ad un conto corrente e se viene chiesto il rilascio di tutti i dati d’identità dell’acquirente».
Per la Polizia Postale si tratta di segnali inequivocabili di una truffa in essere che se tempestivamente segnalati «ci permettono di intervenire aumentando le chances di recuperare i soldi».
Alle informazioni preventive e senso di responsabilità degli utenti, si accompagnano poi azioni di prevenzione da parte di soggetti come Altroconsumo che con i suoi 350mila soci, è la principale organizzazione a difesa dei consumatori e come ha spiegato Alessandro Sessa, direttore responsabile del mensile dell’organizzazione.
«Da quasi 45 anni Altroconsumo lavora molto sulla prevenzione e sul fatto di rendere il cittadino consapevole dei suoi diritti. Oggi, col Covid-19 e l’avvio della stagione estiva, quello delle truffe in viaggi e vacanze è diventato un tema caldissimo e in quest’ultimo periodo sulle 20mila richieste d’intervento e segnalazioni dei nostri soci, su vari settori, ben due terzi appartengono al comparto di viaggi, vacanze e soggiorni. Ebbene i consiglio che possiamo dare sono pochi e semplici: diffidare da siti turistici con slogan roboanti e foto troppo belle, e ancora solitamente le piattaforme serie contengono dettagliate info e contatti relativi alla propria organizzazione; altro campanello d’allarme deve scattare quando ci sono prezzi fuori mercato. Ma su tutti un punto essenziale: verificare se la transazione contiene il diritto di recesso, perché è bene ribadire che per ogni acquisto online, il consumer ha la facoltà di esercitare il diritto di recesso entro 14 giorni».
Un consiglio su tutti nel caso di acquisti-vacanze, secondo Sessa, è quello di farsi inviare il contratto prima di concludere qualsiasi procedura di prenotazione. «Quest’anno poi, sul nostro sito c’è un’area dedicata, “Partiamo Insieme” dove il socio che ha dei dubbi può richiedere una consulenza in tempo reale. Di fatto se ci si informa prima, è possibile blindare la propria vacanza e ci si mette al riparto da brutte sorprese. Il primo passo deve sempre partire dall’utente-viaggiatore».
E sulla prevenzione lavora da tempo anche Airbnb, che come ha sottolineato Giacomo Trovato, country manager del big player di case vacanze «ha adottato cinque principi operativi nei meccanismi di tutela sia di chi offre la casa che di chi la utilizza per il soggiorno. Si tratta di un vero e proprio presidio di sicurezza, una infrastruttura di garanzia che contempla passaggi-chiave di reciproca tutela. Innanzitutto l’intermediazione del pagamento: non tutte le piattaforme lo fanno. Noi abbiamo scelto che nella nostra piattaforma la comunicazione tra le due parti deve avvenire sempre e solo all’interno della piattaforma e lo stesso pagamento deve avvenire all’interno della piattaforma, non ci sono alternative. Nel momento della prenotazione, poi, Airbnb trattiene i soldi, a garanzia di chi offre la sua casa, e il pagamento avviene solo 24 ore dopo il check in, in modo da garantire anche il viaggiatore. Con tale procedura entrambe le parti sono tutelate».
Infine Airbnb prevede anche le protezioni di natura assicurativa: una polizza contro eventuali danni che l’ospite può procurare alla casa (previsto un indennizzo per chi offre la location) e un’altra assicurazione di responsabilità civile, ovvero un incidente domestico dell’ospite. Infine c’è una verifica dell’identità: «noi vogliamo sempre sapere che chi fruisce di Airbnb sia un soggetto reale: chiediamo quindi di acquisire un documento d’identità, una email, un telefono e questo perché vogliamo garantire ad entrambi le parti che l’interlocutore è persona fidata».
In altre parole Airbnb, dopo il crollo del 90% nei mesi di marzo e aprile nel mercato italiano, ed un uso delle case mirato esclusivamente allo smart working ed a soggetti impegnati nell’emergenza sanitaria, torna in pista nel suo naturale ruolo di player delle case vacanze adottando i nuovi paradigma della sicurezza e della affidabilità.