Nella Gran Canaria selvaggia tra cuevas, caffè e trekking
Villaggi sospesi nel tempo, siti archeologici che narrano una storia millenaria, fitte foreste, antiche caldere, vallate rigogliose e un capoluogo, Las Palmas de Gran Canaria, che è l’unica vera metropoli delle Isole. È la Gran Canaria che non ti aspetti, più intima e autentica rispetto alle più famose zone turistiche della costa meridionale, quella che scopriamo durante il press tour organizzato dalla compagnia aerea Binter e dal Patronato de Turismo de Gran Canaria.
Seconda isola più visitata dell’arcipelago dopo Tenerife, Gran Canaria aveva registrato circa 2,5 milioni di arrivi nei primi sei mesi del 2019, scesi a circa mezzo milione nell’analogo periodo di quest’anno (Fonte: Frontur-ISTAC), con l’Italia che si posiziona come sesto mercato internazionale, dietro Paesi Scandinavi, Germania, Uk, Olanda, Belgio.
LA SCOMMESSA DI BINTER
I collegamenti diretti operati dal luglio scorso da Binter, che vola da Torino ogni martedì e sabato e da Venezia il lunedì e mercoledì (ma da dicembre l’operativo sarà lunedì e venerdì), stanno comunque già contribuendo a incrementare gli arrivi dal nostro Paese, che sono stati circa 17 mila nel primo semestre. «Non abbiamo ancora dati definitivi, ma siamo abbastanza soddisfatti di questi primi mesi di operatività sull’Italia – afferma Valentina De Rosa, area manager di Binter – anche perché, nonostante un po’ di confusione riguardo le restrizioni e i requisiti per viaggiare, i feedback che riceviamo dal settore sono molto positivi».
Operatori e turisti sono contenti del fatto che ci siano finalmente comodi voli diretti da Torino e Venezia per Gran Canaria operati da una compagnia di linea e quindi con un servizio di buon livello. Buone anche le prospettive per i prossimi mesi: «abbiamo rinnovato gli accordi per l’inverno con i principali tour operator italiani che hanno bloccato allotment per circa metà aeromobile, ai quali si aggiungono anche le agenzie di viaggi che vendono pacchetti e possono accedere al sistema di prenotazioni», ricorda De Rosa.
A CACCIA DI TESORI ARCHEOLOGICI
Il nostro tour inizia a Gáldar, l’antica capitale dell’isola, che ci accoglie con un caratteristico centro storico raccolto attorno alla chiesa ottocentesca di Santiago de los Caballeros, punto di arrivo del Cammino di Santiago a Gran Canaria. Nell’Anno Santo Giacobeo, la sua Porta Santa riceve infatti i pellegrini dell’unico itinerario di Santiago fuori dall’Europa continentale, ai quali è concessa la grazia giubilare
Per secoli Gáldar fu la città per eccellenza dei Guanartemes, i re degli aborigeni che popolavano le isole prima della colonizzazione spagnola, come rivela il Museo e Parco Archeologico Cueva Pintada, la maggiore attrazione locale, che comprende le rovine di un villaggio pre-ispanico che risale al VI secolo. Scoperto per caso nel 1873, fu a lungo chiuso al pubblico per evitarne il deterioramento e riaperto nel 2006 con un moderno centro interpretativo. Una passerella consente di osservare da vicino gli scavi, i resti di capanne e caverne, fino a raggiungere la famosa Cueva Pintada (Grotta Dipinta) dalle pareti di tufo decorate con motivi geometrici colorati.
Durante la visita apprendiamo che i Canari erano una società ben organizzata, con una rigida gerarchia e una solida organizzazione sociale, dediti principalmente all’agricoltura, soprattutto di orzo e grano. Per difendere i raccolti dalle incursioni dei nemici e dei pirati, li custodivano in granai-fortezza come il Cenobio de Valeron, un complesso di grotte e silos scavati nella montagna in un canyon che nell’antichità era praticamente inaccessibile.
Risale a un migliaio di anni fa anche la Necropoli di Maipes, un parco archeologico con circa 700 tombe mimetizzate tra le rocce di un’antica colata lavica, uno dei complessi funerari meglio conservati degli antichi Canari e tra i più vasti cimiteri aborigeni dell’arcipelago.
Da sempre la gente del posto chiama “Tumba del Rey” il tumulo più grande e imponente, sovrastato da una sorta di torretta. Le tombe infatti non erano tutte uguali, ma la loro posizione e dimensione erano direttamente proporzionali all’importanza e al ruolo ricoperto in vita dal defunto, secondo la rigida gerarchia sociale dominata dal Guanarteme, cioè il sovrano, la massima autorità politica.
NELLE VALLI DEI SAPORI
Siamo nella verdeggiante Valle di Agaete, resa straordinariamente fertile dalle eruzioni vulcaniche di milioni di anni fa e ammantata da campi curati, vigneti e rigogliose coltivazioni di alberi da frutto, agrumi e, a sorpresa, anche caffè. Nella Finca La Raja si trova infatti una delle rare piantagioni europee di caffè, varietà Arabica Typica per la precisione: originaria dell’Etiopia, è stata importata sull’isola un paio di secoli fa e in questa vallata ha trovato le condizioni ideali per prosperare. La visita è un’esperienza completa dal campo alla tazzina, durante la quale vengono illustrate le varie fasi di produzione e che si conclude con una degustazione di caffè rigorosamente home-made sulla terrazza immersa tra i campi dell’azienda agricola.
Oltre al caffè, l’altro prodotto tipico di questa regione è il rum. Immancabile una visita alla Distilleria Arehucas, la bodega di rum più antica d’Europa. Inaugurata nel 1884, produce qualcosa come tre milioni e mezzo di bottiglie l’anno, l’equivalente del contenuto di una piscina olimpionica. Ma prima di essere imbottigliato, il rum raggiunge la giusta maturazione nelle oltre 4.000 botti di rovere americano della bodega, molte delle quali sono impreziosite dalle firme di personaggi famosi, da Julio Iglesias a Cesar Manrique, che hanno visitato la fabbrica e apprezzato i suoi prodotti.
Un’occasione, questa, offerta a tutti i visitatori al termine del tour, con una degustazione dei diversi rum della casa nel punto vendita della distilleria, da cui si scorgono le guglie neogotiche della monumentale chiesa di San Juan Bautista che domina il tipico borgo di Arucas, dichiarato d’interesse storico-artistico.
IL PARADISO DELLE VACANZE ATTIVE
Con un clima invidiabile, sole tutto l’anno e una temperatura media di 23°C, l’isola offre le condizioni ideali per praticare non solo ogni genere di sport nautici, ma anche golf, escursionismo, arrampicata, ciclo-turismo e mountain-bike.
«Gran Canaria è un concentrato di tutte le varianti paesaggistiche dell’arcipelago, tanto da essere soprannominata il “continente in miniatura” – racconta Valentin Gonzalez, responsabile per il mercato italiano del Patronato de Turismo de Gran Canaria – Disponiamo di circa 750 chilometri di piste e percorsi di ogni grado e difficoltà, per questo sono sempre più numerosi i ciclisti e gli sportivi, professionisti e non, che vengono qui ad allenarsi o per partecipare a gare ed eventi come la Gran Canaria Bike Week o la Transgrancanaria, un’ultra trail molto popolare».
L’interno, in particolare, è considerato un vero paradiso della vacanza all’aria aperta, punteggiato da deliziosi villaggi come Teror e Tejeda, “uno dei paesi più belli di Spagna”, che rappresentano la base ideale per avventurosi trekking nel cuore verde e più selvaggio dell’isola.
Accompagnati da Lucas, guida escursionistica dell’agenzia di turismo attivo Climbo, ci cimentiamo nella salita al tramonto al Roque Nublo, l’iconico monolite vulcanico che svetta per circa 80 metri in cima a una montagna, diventato uno dei simboli di Gran Canaria. È una camminata di circa 5 chilometri in totale, lungo un sentiero che si inerpica tra pini e arbusti, ma ne vale assolutamente la pena per ammirare il panorama strepitoso che spazia su gran parte dell’isola e oltre, fino alla sagoma del Teide, sull’isola di Tenerife, dietro cui scompare il sole.
È un attimo e il cielo si riempie di stelle in modo spettacolare, un fenomeno dovuto all’assoluta mancanza di inquinamento luminoso in vaste aree dell’isola, per la quale Gran Canaria è stata dichiarata Destinazione Turistica Starlight dall’Unesco.
LE ATTRAZIONI DI LAS PALMAS DE GRAN CANARIA
Tre storiche palme, da cui deriva il nome Las Palmas de Gran Canaria, indicano il punto in cui gli Spagnoli fondarono nel 1478 la prima città delle Canarie. È attorno a Vegueta, lo storico quartiere coloniale, che si è sviluppato il cosmopolita capoluogo dell’arcipelago. Nelle sue strade e piazze, fiancheggiate da eleganti edifici in stile gotico, rinascimentale, neoclassico e mudejar, risuona l’eco di un passato indissolubilmente legato all’epopea della scoperta dell’America.
Cristoforo Colombo infatti vi fece sosta durante il suo primo viaggio verso le Indie, ospite del Governatore in quella che oggi è la Casa de Colon, il museo più visitato della città, che testimonia del rilevante ruolo avuto dai Canari nella colonizzazione delle Americhe e del suo porto come scalo sulle rotte del Nuovo Mondo.
Oggi il Porto de la Luz è praticamente una città nella città, dove si trova anche una delle più innovative e popolari attrazioni turistiche, l’Acquario Poema del Mar. Un complesso ricreativo, educativo e scientifico articolato in diversi ecosistemi marini, che culmina nella finestra espositiva curva più grande del mondo, attraverso la quale osservare le meraviglie delle profondità oceaniche.
Una meta imperdibile, anche per i croceristi che sbarcano nel principale scalo delle Canarie, dove il traffico sta riprendendo a pieno ritmo dopo il rallentamento dovuto alla pandemia e si prevede una stagione da record con oltre 650 scali già programmati per l’inverno 2021-2022.